Coronavirus, il secondo caso di "variante inglese" in Piemonte
Un primo era stato scoperto e confermato a metà gennaio.
Coronavirus, il secondo caso di "variante inglese" in Piemonte.
Coronavirus
E' stato identificato un secondo caso della variante secondo caso della variante inglese del Coronavirus in Piemonte.
L'analisi
Si tratta della conferma del caso sospetto, identificato nel cuneese, che era emerso a metà gennaio, quando era stato identificato e isolato il primo caso confermato nel vercellese, che è arrivata oggi dal team di ricerca del laboratorio di Genetica dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Anche in questo caso, come per il primo che era stato registrato sempre nella nostra regione, la variante è stata isolata in un paziente rientrato in Italia dal Regno Unito.
Grazie all'analisi ed all'identificazione tempestiva dei casi, dunque, la ricerca in Piemonte si conferma assolutamente in prima linea, come uno degli strumenti essenziali proprio per poter continuare il grande lavoro in questa battaglia contro il Virus.
Un primo caso di variente inglese del Covid in Piemonte era stato confermato a metà gennaio. Grazie alla collaborazione tra l’Ospedale Amedeo di Savoia e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, attraverso la sinergia di competenze scientifiche e dotazioni tecnologiche avanzate per lo studio della diffusione in Piemonte delle nuove varianti del Covid19, è stato possibile identificarlo, nel vercellese, in una ragazza rientrata lo scorso 20 dicembre dal Regno Unito.
Il commento
Dalla Regione, puntualizza Matteo Marnati, assessore alla Ricerca applicata Covid:
“L’identificazione di un secondo caso di variante inglese sul territorio piemontese dimostra come effettivamente sia importante l’identificazione precoce di casi sospetti”.
E aggiunge inoltre:
“Le mutazioni multiple sono state identificate grazie alle tecnologie avanzate di sequenziamento del genoma e alle competenze bioinformatiche del team di ricerca. L’attività del Laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico risulta quindi fondamentale per identificare l’emergere di nuove varianti, la loro introduzione nel territorio e interrompere tempestivamente le catene di contagio. Un ringraziamento particolare, dunque, al direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico che continuerà con il puntuale monitoraggio di altri test molecolari”.
Intanto, nelle diverse postazioni attive su tutto il territorio regionale, continuano i test attraverso i tamponi, proprio con l'intento di monitorare la situazione generale andando ad identificare le persone positive.