Emergenza

Coronavirus, fase 2 della sanità in Piemonte: insediata la "Task Force"

Il coordinatore del gruppo di lavoro è Ferruccio Fazio, già ministro della Salute.

Coronavirus, fase 2 della sanità in Piemonte: insediata la "Task Force"
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Coronavirus, fase 2 della sanità in Piemonte: insediata la "Task Force".

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Si è insediata nel pomeriggio di oggi, martedì 21 aprile 2020, la task force che si occuperà della fase 2 della Sanità piemontese. Erano presenti l'assessore alla Sanità Luigi Icardi ed il presidente Alberto Cirio.

Il lavoro

Il coordinatore del gruppo di lavoro, Ferruccio Fazio, già ministro della Salute e oggi sindaco di
Garessio, ha rilevato come l’emergenza di oggi renda indispensabile agire immediatamente sul
fronte della medicina territoriale, attraverso un percorso condiviso con tutti gli interlocutori del
comparto, dai medici di medicina generale, agli infermieri, ai nuovi operatori delle Usca.
Negli interventi dei componenti della task force, Giovanni Di Perri, Guido Giustetto, Pietro Presti,
Massimiliano ScirettiFranco Ripa e Alessandro Stecco, è stato sottolineatoil ruolo centrale di medici di medicina generale, pediatri, farmacisti, sistema di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali per teleconsulenze, Usca, assistenza domiciliare programmata, ambulatori e sale di attesa, igienisti, epidemiologi, telemedicina e telemonitoraggio. Del gruppo di lavoro farà anche parte Paola Brusa, segretario dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino.

Ha spiegato Fazio:

«Come da indicazione del presidente Cirio entro luglio presenteremo un piano organizzativo applicabile operativamente già a settembre. Nell’immediato, forniremo alla politica delle indicazioni tecniche e scientifiche sulle misure di contenimento sociale, in vista della scadenza del 3 maggio».

Ha dunque aggiunto l'assessore Icardi:

«E’ stato un incontro operativo e molto costruttivo sono stati individuati tempi e metodi degli interventi che andranno messi in campo per ristrutturare il sistema sanitario territoriale, in modo da metterlo in grado di affrontare possibili ritorni dell’epidemia. Da questa esperienza emergenziale, dobbiamo ricavare l’opportunità di strutturare al meglio il sistema di cura sul territorio, che in questi anni è stato drammaticamente trascurato».

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