Con il Covid, un'impennata di decessi anche sul nostro territorio
I mesi peggiori anche per i Comuni della zona sono stati quelli del lockdown
Con il Covid, un'impennata di decessi anche sul nostro territorio.
Con il Covid
Che il 2020 sia un anno completamente da dimenticare non lo dicono soltanto le cronache locali e nazionali. Ci pensano anche i numeri. A partire da quelli che l’Istat ha raccolto ed elaborato nel corso di questi primi mesi dell’anno, a partire dall’inizio dell’emergenza Coronavirus.
«Dal 20 febbraio al 31 maggio 2020 la Sorveglianza Nazionale integrata ha registrato 32.981 decessi in persone positive al Covid-19; di queste, 15.133 (46%) sono decedute entro il 31 marzo 2020, 13.777 (42%) nel mese di aprile e 4.014 (12%) nel mese di maggio», spiega l’Istat nella presentazione dell’ultimo rapporto di luglio che analizza l’incidenza delle morti Covid su tutto il territorio nazionale. Dati in costante aggiornamento, sulla base dei numeri che sono raccolti dalle Regioni e che vengono comunicati mano a mano all’istituto di statistica.
Marzo e aprile i mesi peggiori
Come noto i primi due mesi di pandemia sono stati quelli più duri da sopportare, con un bollettino quotidiano di decessi che ha spaventato l’intero territorio nazionale e che ha imposto il lockdown in tutta Italia. Un vero e proprio «eccesso di mortalità», lo definisce l’Istat che, a seconda dei territori, ha concesso una tregua solo verso la fine di aprile e durante il mese di maggio.
Nei nostri Comuni
Ma quanto ha inciso il Covid-19 sul nostro territorio? A pagare le spese maggiori, in tributo di vite umane, sono stati soprattutto i comuni con una popolazione maggiore. A partire da Settimo e San Mauro. La ragione non sta soltanto nel numero di abitanti (l’incidenza percentuale di contagi è stata simile a quella dei comuni più piccoli), ma anche e soprattutto nella presenza di quelle strutture residenziali per anziani e sanitarie che maggiormente hanno subìto i contraccolpi causati dai contagi da Coronavirus. Tra questi ci sono anche quei 600 decessi che l’Istat ha scorporato dal rapporto trattandosi di persone residenti in un territorio da quello in cui è avvenuta la morte.
A Settimo marzo e aprile hanno segnato un incremento percentuale dei decessi addirittura del 47,6 e del 106,9 , con un picco dei decessi che ammonta a 67 unità per il mese di marzo e 72 per aprile rispetto ai 34,8 e 43 dello stesso periodo del 2015-2019. Più 181 percento, invece, il dato che spicca su tutti per il mese di aprile 2020. Riguarda il territorio di San Mauro che, appena un mese dopo ha visto per fortuna scendere l’incremento percentuale di 110 punti. 45 i decessi registrati dall’Istat nel rapporto per il mese di marzo (il peggiore per il comune) contro i 16 dello stesso mese di marzo registrato nella media dei cinque anni precedenti.
In Collina
I dati più «gravi» riguardano il Comune di San Raffaele Cimena, nel contesto della collina che si affaccia verso Chivasso. L’incremento percentuale è stato infatti di quasi il 130% per i mesi di marzo e aprile. Ma i numeri, misurati sul numero di abitanti, registrano per quei due mesi dell’anno cinque e sette decessi, contro i 2-3 degli anni passati.
A pesare nel conto, inoltre, c’è anche il fatto che - su tutto i comuni - il mese di gennaio ha registrato un aumento dei decessi rispetto alla media degli anni precedenti. Un dato comune a tutti gli oltre 7mila enti locali italiani che hanno trasmesso i dati all’Istat.
« La sorveglianza raccoglie dati individuali dei soggetti positivi al Covid-19 e in particolare le informazioni anagrafiche, i dati sul domicilio e sulla residenza, alcune informazioni di laboratorio, informazioni sul ricovero e sullo stato clinico (indicatore sintetico di gravità della sintomatologia), la presenza di alcuni fattori di rischio (patologie croniche di base), e l’esito finale (guarito o deceduto)», precisa l’Istat nel suo rapporto.