Commercialista ex vice sindaco condannata per truffa a un anno e tre mesi
Tutto era iniziato nel 2019 in seguito alle segnalazioni di alcuni clienti
Un anno, tre mesi e cinque giorni di reclusione. Questa la condanna in primo grado che il Tribunale di Ivrea ha stabilito per la commercialista, ed ex vicesindaco di Gassino, Giuseppina Grosso. Le accuse erano e sono sempre state chiare: truffa, falso e appropriazione indebita.
Una vicenda iniziata nel 2019
Un polverone che si era sollevato negli anni scorsi intorno a quello studio da commercialista in corso Italia, nel pieno centro del Paese, che era esploso dopo che tutta una serie di clienti si erano lamentati della condotta della commercialista cui avevano affidato le proprie pratiche, fino a quando qualcuno non è andato a bussare alle porte delle forze dell’ordine e della magistratura nel tentativo di fare chiarezza.
Le indagini, che erano state condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura di Ivrea, erano poi scaturite - era il 13 maggio del 2019 - in una perquisizione dello studio di corso Italia con conseguente acquisizione di una serie di documenti.
La commercialista, nota in città per la sua professione e poi per il suo impegno politico che l’aveva portata anche ad assumere l’incarico di assessore al bilancio (fino alle sue dimissioni rassegnate nel 2016, ndr), è stata per lungo tempo un concreto punto di riferimento per tutta una serie di commercianti e di liberi professionisti gassinesi e non solo che proprio a lei avevano affidato la gestione delle proprie pratiche finanziarie.
Poi, all’improvviso, i primi clienti hanno iniziato a notare qualcosa di sospetto, nel ricevere cartelle esattoriali per questioni che - di fatto - ritenevano essere chiuse da tempo.
La sentenza
Gli approfondimenti del caso hanno fatto poi emergere invece un’altra verità per la quale la Grosso è stata rinviata a giudizio e quindi condannata. Con, oltre ai 15 mesi e ai 15 giorni di pena (il Pubblico Ministero Giulia Nicodemi aveva chiesto 4 anni), anche la fissazione di 11mila euro di risarcimento nei confronti delle quattro posizioni che, in questo procedimento, erano state ammesse tra le parti civili e che erano assistite dalle avvocate Denise Dell’Armellina e Gabriella Cacciatore.
E’ proprio l’avvocato Denise Dell’Armellina, che nel corso degli anni ha seguito una serie di clienti «danneggiati» dalla condotta della commercialista a fare il punto dopo la lettura del dispositivo della sentenza. «Per noi e soprattutto per le persone che sono rimaste coinvolte in questa vicenda si tratta di una “vittoria di Pirro”. Non è, per quanto ci riguarda - sottolinea -, una sentenza soddisfacente né sotto il profilo dell’entità della pena né sotto il profilo dell’entità del risarcimento che è stato disposto per le parti civili che erano state ammesse a questo procedimento».
"Soddisfazione minima"
«Quello che spiace - aggiunge l’avvocato Dell’Armellina - è che dalla commercialista Giuseppina Grosso non sia mai arrivata una parola di scuse nei confronti delle persone che sono state danneggiate in questa vicenda. Alcune posizioni sono veramente critiche, perché se è vero che alcuni ex clienti hanno potuto non pagare le sanzioni di interesse sulle cartelle grazie alla “rottamazione”, alcune altre persone si trovano ancora oggi in difficoltà nel far fronte economicamente a quanto viene richiesto di corrispondere. Anche per questo la soddisfazione rispetto a questa decisione del Tribunale di Ivrea è veramente minima per noi rappresentanti delle parti civili».