Era il giugno del 2022 quando la cronaca portò alla luce l’aggressione shock al commendator Giovanni Marini, allora 83enne, noto nel mondo del Rally.
Raid contro il commendatore Marini
L’uomo venne sequestrato e selvaggiamente picchiato nel suo appartamento di via Parmentola, a Torino, da due uomini che lo immobilizzarono con fascette da elettricista e lo derubarono di tre orologi di pregio, per poi fuggire.
Marini riportò gravi traumi, tra cui la frattura delle ossa nasali e la rottura dei denti dell’arcata inferiore, che lo costrinsero a un lungo ricovero tra l’ospedale Cto e una struttura sanitaria del Torinese.
L’inchiesta e gli arresti
L’inchiesta della Squadra Mobile di Torino portò nel febbraio successivo all’arresto di cinque persone: tre uomini e due donne, tutte italiane. Le accuse: sequestro di persona e rapina in abitazione.
Dalle indagini emerse chiaramente la presenza di un “mandante”. Nessuna effrazione, conoscenza dettagliata delle abitudini della vittima: elementi che fecero concentrare l’attenzione su una donna, all’epoca 70enne, che si era spacciata per dama di compagnia, cercando ripetutamente di ottenere denaro dall’anziano.
Coppia settimese dai domiciliari al carcere
Con lei coinvolti anche un tatuatore 30enne di Settimo Torinese, un 28enne di Torino – esecutori materiali del pestaggio – e un 20enne romeno. Ma non solo: in quella vicenda spuntarono anche due intermediari, una donna del 1980 e un uomo del 1981, entrambi residenti a Settimo e ufficialmente sposati.
Ed è proprio su questi ultimi che si è registrata, nei giorni scorsi, la nuova svolta giudiziaria.
La Corte d’Appello di Torino ha disposto il loro trasferimento dal regime dei domiciliari al carcere di Ivrea, dove sconteranno una condanna a cinque anni di reclusione. I reati contestati: rapina, falsa attestazione, sequestro di persona e lesioni personali aggravate.