Casa di Comunità, un altro passo avanti
Anche il Consiglio regionale ha dato il suo ok al progetto di ampliamento del poliambulatorio di via Speranza.
Casa di Comunità, un altro passo avanti.
Casa di comunità
Rimane solo il parere del Ministero a separare la Città delle Fragole dalla Casa di Comunità. Dopo l’approvazione in Giunta regionale, anche il Consiglio piemontese ha dato il suo ok al progetto di ampliamento del poliambulatorio di via Speranza.
Il progetto
Uno dei fil rouge della campagna elettorale della sindaca Giulia Guazzora, ora soddisfatta del risultato. «Il progetto è stato trasmesso all’ente nazionale. Spetterà infatti al Ministero dire l’ultima parola ma l’approvazione del Consiglio regionale è già un importante passo in avanti. Difficilmente, a questo punto, il disegno verrà bloccato» commenta proprio la prima cittadina.
Il progetto comprende l’ampliamento del retro della struttura. Secondo le linee guida il presidio dovrebbe ospitare poi medicina generale, servizi di diagnostica di base – come ecografie, radiologie, elettrocardiologie e così via –, punto prelievi e una decina di sale di consulenza. Per quanto riguarda le figure professionali, invece, sempre secondo gli obiettivi del Pnrr vi saranno 5 unità di personale amministrativo, 10 medici di medicina generale, 8 infermieri e assistenti sociali. Così «La Casa di Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare ai malati cronici. Un luogo in cui, insomma, la medicina si unisce al sociale».
Ci sono delle "perplessità"
Perplessità arrivano però da un’ala della politica locale. Sono soprattutto i «separatisti» di Rete Civica ad esprimere dubbi circa l’opera. «La Casa di Comunità è un bello slogan elettorale, ma cosa ci sarà dentro?» la domanda che pongono Marino Reymondet e Antonio Serlenga. «L’Amministrazione si è confrontata con Asl in merito alle assunzioni di medici, infermieri, assistenti sociali e oss che ci lavoreranno? E come verranno acquistati gli strumenti di diagnostica? Casa di Comunità è una bella parola, un bel concetto, ma solo dopo la concretizzazione potrà venire valutata. Anche perché, a nostro avviso, serve una ristrutturazione dell’intera Asl To 4. Ricordiamo, per esempio, che anche le Rsa vanno riorganizzate».