Caos piscina, l'ex sindaco Bongiovanni presenta la copia di richiesta di accesso agli atti
diretta conseguenza alla bocciatura, da parte del Consiglio comunale, della richiesta d’istituire una commissione d’indagine sull’iter procedurale adottato per riaprire l’impianto natatorio
Sono già arrivate in Prefettura le prime scartoffie sulla piscina Gramsci di San Mauro Torinese. A consegnarle Marco Bongiovanni per diretta conseguenza alla bocciatura, da parte del Consiglio comunale, della richiesta d’istituire una commissione d’indagine sull’iter procedurale adottato per riaprire l’impianto natatorio di piazza Gramsci.
Caos piscina, l'ex sindaco Bongiovanni presenta la copia di richiesta di accesso agli atti
«Per conoscenza ho mandato alla Prefettura copia dell’ultima richiesta di accesso agli atti presentato - spiega l’ex sindaco -. Ho chiesto i documenti che ancora mancano all’appello dal precedente accesso agli atti, e copia della sanzione per l’apertura senza licenza se vi è stata». Non è escluso che il tutto si concluda con un ennesimo esposto: «Valuteremo il da farsi». Una posizione condivisa anche dal consigliere di FdI Daniele Cerratoe ribadita anche in Consiglio.
Del resto è stato lo stesso capogruppo del Partito Democratico, Rudy Lazzarini, ad invitare i colleghi d’opposizione a rivolgersi agli enti preposti: «i consiglieri di minoranza hanno una funzione di controllo. Se hanno dubbi, si rivolgano in Procura. Quello che mi viene da domandare è su che cosa occorra ancora indagare, visto che gli atti li avete. Noi non abbiamo nulla da temere o nascondere».
Paola Antonetto (FdI) non ci sta
Paola Antonetto (FdI) non ci sta: «Se è vero che non c’è nulla da nascondere perché non convocare la commissione? Si parla tanto di trasparenza e legalità, al punto che sono stati addirittura creati degli appositi assessorati, ma ne vediamo molta poca». E rincara la dose: «Durante la scorsa seduta un consigliere di maggioranza ha affermato che il certificato di prevenzione incendi non è che non ci fosse. Era “solo” scaduto da tre mesi. Questo significa che i dettagli di quanto avvenuto lo sapete, che le cose le condividete. Iniziamo a pensare, dato il vostro comportamento ostruzionista, che forse ci sia qualcosa che non dobbiamo leggere o sapere». A seguire la riflessione di Roberto Pilone, Lega. «Sono rimasto molto segnato da quanto accadde nel cinema Statuto, dove morirono 78 persone. Nasce da quel fatto la cultura alla sicurezza d’oggi. Ecco perché il Cpi non può essere scambiato per un pezzo di carta qualunque, trattandosi di un documento imprescindibile. Se non vi è chiaro questo avete ragione, non serve a nulla una commissione. Se non vi entra in testa che amministrare la cosa pubblica significa anche pensare alla sicurezza dei cittadini, allora non c’è ragione di continuare a discutere».
Accuse rispedite ai mittenti dalla consigliera Anna Maria Barbero. «Sembriamo degli assassini che hanno nascosto un cadavere, ma non è così. Non riteniamo ci siano da valutare atti che richiedono una commissione. La Giunta ha dato gli indirizzi per l’apertura della piscina. Mancanze? Se ci sono state si valuteranno nelle sedi opportune, mettendo sul piatto della bilancia che abbiamo permesso la ripresa d’un servizio che oggi conta 900 iscritti e dà lavoro a 30-40 dipendenti».
La discussione si è conclusa con l’astensione al voto della presidente del Consiglio Maria Vallino e della sindaca Giulia Guazzora, entrambe «Per rimanere superpartes rispetto alla richiesta della minoranza».