SETTIMO TORINESE

Aumenti Tari in vista: il costo sale dai 5 ai 15 €

Pesa soprattutto l’assenza dei «fondoni» Cvud

Aumenti Tari in vista: il costo sale dai 5 ai 15 €
Pubblicato:
Aggiornato:

La tassa sui rifiuti per i settimesi aumenterà del 3%. Tradotto, vuol dire un incremento in bolletta variabile dai 5 ai 15 euro a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. È quanto emerso dall'ultimo Consiglio Comunale con l'approvazione delle nuove tariffe legate alla Tari, illustrate con una delibera ad hoc presentata dall'assessore al Bilancio, Luca Rivoira, che ha spiegato le cause dell'aumento, figlie soprattutto della mancanza degli aiuti Covid e delle misure di sostegno di cui l'ente ha beneficiato fino a poco tempo fa.

Aumenti Tari in vista: il costo sale dai 5 ai 15 €

«Di fatto, i coefficienti di calcolo e la ripartizione percentuale tra utenza domestica e non domestica rimane invariata rispetto all'anno 2022. La grande differenza – spiega l'assessore al Bilancio - è l'assenza di fondoni residuo Covid che abbiamo utilizzato per ridurre parte della tariffa. Quest'anno, non essendoci, di fatto, si subisce un aumento rispetto alla bolletta finale perché non abbiamo più quell'azione drenante che abbiamo avuto nell'anno passato». «Parliamo – prosegue Rivoira - di un +3% che è comunque più basso rispetto all'inflazione vigente. 3% che significa una variazione, guardando soprattutto alle domestiche, tra i 5 ai massimo 15 euro a seconda del numero dei componenti che fanno parte del nucleo familiare. Quello che, però, possiamo andare a leggere è che, rispetto ad inizio mandato, la Tari costa di meno. Sembra strano, ma il piano Tari nel 2019 valeva 12 milioni e 175.000 euro e adesso 11,7 milioni con un delta di quasi 500.000 euro». Risultato? Conti e calcolatrice alla mano, «di fatto, se noi andiamo a paragonare le bollette, soprattutto quelle domestiche del 2019 con quelle attuali, il prezzo dovrebbe essere leggermente più basso», spiega l'assessore, soffermandosi, in particolar modo, sulla generale riduzione dell'imposta rispetto a qualche anno fa. Uno scenario – quello descritto da Rivoira – oggetto di dibattito tra opposizione e maggioranza, legato soprattutto ad un aumento che, a detta di qualcuno tra i banchi della minoranza, non è commisurato ad un effettivo miglioramento del servizio di raccolta rifiuti offerto sul territorio. «Credo sia importante rilevare come, a fronte di un servizio che perlomeno non è peggiorato, noi vediamo una riduzione dell'importo complessivo dell'imposta dal 2019 ad oggi che è piccola ma che va comunque valutata sul reale ed effettivo costo del denaro», interviene il consigliere del Pd, Umberto Salvi, che ricorda che sul tributo pesa anche «il costo relativo al piano neve e alla gestione del verde che, altrimenti, potrebbero essere coperti dagli avanzi di esercizio o da altre modalità che a noi sono impedite dall'esistenza di questo disavanzo storico».

Aumento tari per realizzazione di alcuni importanti lavori cittadini

Interventi caricati sull'imposta della Tari che, dunque, consentono la realizzazione di alcuni importanti lavori cittadini che, in passato, erano coperti sostanzialmente da oneri. «Rispetto al servizio e alle ricadute ambientali, non c'è nessuna intenzione di dire che siamo arrivati perché siamo ancora lontani dalla meta. Sul piano della raccolta rifiuti c'è tantissimo da fare e quello che possiamo dire è che gli atti che dimostrano che si vuole andare in quella direzione sono stati tutti approvati», chiosa la sindaca Elena Piastra, iniziando ad introdurre anche alcuni interventi previsti sul piano industriale come la scelta di muoversi verso l'adozione della tariffa puntuale calcolata in base alla reale produzione di rifiuti dell'utente. «Un'azione complicatissima», precisa Piastra, che deve abbracciare tutti i 31 comuni di Bacino 16. «31 comuni sono profondamente diversi e il lavoro da fare è da capillare. Ha cominciato Borgaro e la prossima città a partire sarà la nostra», ha annunciato la prima cittadina, sottolineando come la strada da percorrere sia lunga e il lavoro da fare sia ancora «enorme».

Seguici sui nostri canali