E' successo durante il lockdown

Aggredito per pochi spiccioli: "Ora vivo nella paura"

Il racconto di un venariese

Aggredito per pochi spiccioli: "Ora vivo nella paura"
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Aggredito per pochi spiccioli: "Ora vivo nella paura"

Aggredito

«Ho paura, quando rientro a casa mi guardo sempre alle spalle e al minimo rumore mi guardo le spalle». E’ terrorizzato Niccolò, 51 anni. E’ l’ipovedente aggredito in pieno in giorno mentre faceva rientro a casa nel periodo del lockdown.

Il racconto

«Ho aperto la porta con le mie chiavi e mi hanno spinto dentro gridandomi ti uccidiamo - racconta sconvolto Niccolò - erano in tre, uno mi ha messo una mano sulla bocca, perché continuavo a gridare aiuto aiuto, mentre un altro mi ha appoggiato nel fianco destro un oggetto a forma di tubo dicendomi di non urlare e stare fermo. Una volta a terra mi hanno strappato via dal collo il borsello, continuando a tirarmi calci nella pancia e nella schiena» . Niccolò è molto conosciuto a Venaria. «Ho sacrificato la mia vita per accudire i miei anziani genitori e dopo la perdita di mia mamma ho iniziato a perdere anche la vista - spiega Niccolò - prima la perdita di papà, poi la mamma e quando è mancata è stato un crollo. Ora l’unica persona cara che mi è rimasta è mia sorella». I malviventi, probabilmente, hanno approfittato della debolezza e della disabilità di Niccolò, aggredito alle spalle e senza pietà per un bottino di appena 20 euro e un tablet.«Prima di scappare mi hanno minacciato che avrebbero fatto ritorno e io ora ho il terrore, a casa mia non ci sono tesori da rubare, gli unici tesori che ora non ci sono più sono stati i miei genitori». Ed è stata la paura a giocare un altro brutto scherzo a Niccolò. «Martedì scorso tornavo a casa con mio nipote e mi sono trovato davanti alla porta un cartello appiccicato alla porta con su scritto: “Scendi che dal tuo balcone sta colando del liquido”. Mi sono spaventato ed ho pensato che quelli che mi avevano minacciato volessero farmi scendere per aggredirmi e allora sono andato a rifare denuncia dai carabinieri. Da marzo sto vivendo nel terrore, mi suonano alla porta ma non apro, non esco più di casa se non con mio nipote e fortunatamente poi si è avvicinata una signora affermando che il biglietto l'avesse messo lei». Adesso per Niccolò non rimane che guardarsi le spalle e tenere alla larga ragazzacci che per terrorizzare i residenti già esasperati dall’emergenza coronavirus o dalle disabilità non guardano in faccia nessuno, pur di accaparrarsi pochi spiccioli.

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