Addio

Una folla per l'ultimo saluto a Dibenedetto, psicologo, scrittore e giornalista

In tantissimi a Settimo per l'ultimo saluto al professionista di cui tutti hanno messo in luce le grandi doti umane

Una folla per l'ultimo saluto a Dibenedetto, psicologo, scrittore e giornalista
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Grande commozione, questa mattina, mercoledì 7 agosto 2024, nella chiesa di San Vincenzo de Paoli, per l'ultimo saluto a Marco Dibenedetto, psicologo, scrittore e giornalista, mancato per un malore improvviso lo scorso 31 luglio.

Una folla per l'ultimo saluto a Dibenedetto

Le parole di don Antonio, che ha celebrato la funzione, e di tutte le persone che sono intervenute per ricordarlo, hanno messo in evidenza soprattutto la grande umanità dell'amico, umanità che traspariva in tutte le sue molteplici attività.

Il fatto che la chiesa in una giornata d'agosto così calda fosse piena in ogni ordine di posto, ben fa comprendere l'affetto e la stima che lo circondavano. Davvero in tanti si sono stretti intorno alla moglie Stefania e ai figli Ivan e Anita, al padre, al fratello e alla sorella.

Tra gli interventi al termine della messa, quello degli Amici di Torino Noir, dei ragazzi della Cooperativa sociale il Margine, che hanno ringraziato Marco per come, attraverso i suoi articoli, abbia sempre raccontato i loro progetti, e ancora tanti amici e realtà con cui collaborava. Parole toccanti anche dai suoi ex allievi.

Il cordoglio dell'Amministrazione settimese è stato espresso dall'assessore Alessandro Raso, che ha posto l'accento proprio sul lato umano di Dibenedetto.

Marco da alcuni mesi collaborava anche con la nostra redazione de La Nuova Periferia di Settimo, che è vicina e partecipe al dolore dei suoi familiari.

Il ricordo di TorinoNoir

Questo il ricordo di Enrico Pandiani di TorinoNoir:

"Ricordo quel giorno di parecchi anni fa, quando Marco mi scrisse su Facebook per chiedermi se avevo voglia di fare una presentazione assieme a lui. Non ci conoscevamo e nemmeno ci eravamo mai incontrati. Ma lui aveva quella faccia meravigliosa, quel sorriso eterno che ha sempre conquistato tutti quanti. Così gli dissi che lo facevo volentieri. Pure io ero alle prime armi, presentavo il primo o il secondo romanzo e, tutto sommato, l’idea che mi venisse chiesto di mescolare i nostri libri mi aveva fatto piacere ".

"Poi ci incontrammo e mi trovai a dividere la presentazione con Marco che si esprimeva in quella sua buffa maniera, come ha sempre fatto conquistando l’affetto di tutte le persone che ha conosciuto. Per questa sua dote, per il suo coraggio a buttarsi nella mischia, l’ho sempre considerato una persona speciale, in qualche modo ho sempre invidiato la sua totale mancanza di timidezza e quella determinazione che aveva sempre, in tutto ciò che faceva".

"Era un’entusiasta, dote rara. Quando abbiamo messo in piedi Torinoir, ne è diventato subito uno dei membri trainanti. La sua energia era inesauribile e l’idea che non ci sia più mi dà una grande malinconia Avevo appena rivisto Marco, a fine giugno a Settimo, dopo un mucchio di tempo che non ci vedevamo. Avevamo anche avuto il tempo per una bella chiacchierata bevendo una Ceres. Quel pomeriggio ci siamo lasciati dicendoci che noi di Torinoir avremmo dovuto rivederci, organizzare una cena o una bevuta, ritrovarci tutti assieme, insomma, dopo che la pandemia ci aveva un po’ dispersi".

"Carissimo Marco, ho sempre ammirato la tua forza d’animo, ma questa volta hai esagerato. È vero, alla fine sei riuscito a riunirci attorno a te, ma lo hai fatto in modo da lasciarci soli. Però sappi che, dovunque tu sia, sarà difficile dimenticarti".

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