Un Punto di Primo Intervento a Settimo? La Regione è possibilista
Da Torino l'assessore alla Sanità, Federico Riboldi, non «chiude» all’idea dell'amministrazione Piastra

L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, è possibilista in merito alla proposta della sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, di poter dare vita a un «Punto di Primo Intervento» per codici bianchi e verdi, con l’obiettivo di alleggerire i carichi dei «pronti» di Chivasso e del Giovanni Bosco di Torino, i due nosocomi di riferimento per i Settimesi.
Un Punto di Primo Intervento a Settimo?
«Un Punto di Primo Intervento a Settimo?. L’idea della sindaca è interessante - commenta l'assessore Riboldi - bisogna solamente capire quanto possa essere sostenibile economicamente. In questi mesi cercheremo di capire, con la direzione sanitaria e la stessa Amministrazione Comunale i margini per realizzare questa opportunità. Al momento, lo voglio ribadire, non è né un “no” nè un “sì”. Bisogna mettere sul piatto tutti i “pro” e i “contro” di questa ipotesi».
La risposta è arrivata a margine della presentazione ufficiale, al Grattacielo Piemonte, dei nuovi direttori generali delle aziende sanitarie, nominati il 23 dicembre scorso, alla presenza anche del governatore del Piemonte, Alberto Cirio.
In prima fila i direttori delle Asl To4 e To3, che raggruppano tutti i Comuni di cui si occupa il nostro giornale, ovvero Luigi Vercellino e Giovanni Lavalle. Per quanto concerne l’Asl To4, Vercellino ha anche nominato il direttore amministrativo e quello sanitario: Michele Colasanto e Sara Marchisio.
L'idea della giunta Piastra
"L'obiettivo - aveva spiegato qualche mese fa in un'intervista l'assessore comunale Umberto Salvi - è ragionare sull'assetto complessivo del territorio. Abbiamo parlato di primo soccorso, ma dobbiamo intenderci bene su cosa sia. Noi abbiamo il pronto soccorso di Chivasso e quello del Giovanni Bosco che, in linea teorica, sarebbero adeguati per il territorio ma sono totalmente sovraffollati. Serve una realtà che riesca dare risposta ai cittadini che hanno bisogni impellenti ma non urgenti dal punto di vista della salute e della vita. Mi riferisco ai codici bianchi che intasano gran parte dei pronto soccorso. L'ospedale di Settimo non ha e non avrà le caratteristiche per essere ospedale di primo livello ma può essere un riferimento per trattare problemi di questo tipo e per iniziare a dare alcune risposte, come se fosse una guardia medica avanzata.
Monitoraggio dei dati e delle performance
Tornando all'incontro svoltosi al Grattacielo Piemonte ecco i contenuti emersi.
La grande novità è il «costante monitoraggio dei dati e delle performance delle nostre Asl. Abbiamo predisposto una control room dove verificheremo tutta una serie di dati che poi saranno al centro degli incontri settimanali con tutti i direttori generali.
«Ora che abbiamo insediato i nuovi direttori generali convochiamo la riunione dell’Osservatorio sulle assunzioni del personale sanitario. Ora è il momento di impegnarsi a dare cure migliori a chi soffre, di fare il modo che avvenga il rientro di quel 10-12% di chi non si cura nella sanità pubblica e non ha la possibilità di accedere a quella privata. Quando ero adolescente l'ospedale era un luogo di certezza, di professionisti che avrebbero certamente curato. Lo Stato deve tornare il luogo sicuro, soprattutto in ambito sanitario. Sarà un lavoro estenuante, ma sono convinto che una squadra capace potrà ottenere tutti questi risultati», spiega Riboldi che ha anche rimarcato quali siano gli obiettivi.
Primo obiettivo: abbattere le liste d'attesa
«A pochi giorni dall’insediamento, abbiamo voluto indicare ai direttori generali, nominati per meritocrazia, gli obiettivi sui quali saranno valutati. In primis l’abbattimento delle liste d’attesa, poi l’introduzione dell’operation manager e del direttore socio-sanitario che operi con i sindaci nei distretti e sul territorio per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità, l’avvio di progetti di umanizzazione dei pronto soccorso. Abbiamo chiesto a tutti la massima disponibilità per avviare i primi Irccs pubblici, oltre ad una particolare attenzione alla ricerca clinica e scientifica e alla collaborazione con le Università di Torino e del Piemonte orientale per proseguire e ampliare il percorso avviato in questi anni. Ora che abbiamo insediato i nuovi direttori generali convochiamo la riunione dell’Osservatorio sulle assunzioni del personale sanitario».
Il presidente Cirio ha spiegato come l’attuale situazione sanitaria debba essere gestita «con la stessa metodica del periodo pandemico. Le continue relazioni con i direttori generali serviranno proprio per capire se le Aziende siano o meno performanti e come fare per renderle tali. Da parte nostra c’è una grande fiducia, ma anche la richiesta pressante di raggiungere i risultati a partire dall’abbattimento delle liste d’attesa e dalla realizzazione del piano di edilizia sanitaria. L’obiettivo comune è rifondare e rilanciare la sanità pubblica, perché il diritto alla salute deve essere tale indipendentemente da dove si vive o dalla propria condizione economica».
"E' tempo di rifondare la sanità pubblica"
Poi una «stoccata» a chi lo attacca di essere «pro Sanità privata»: «Una sanità solo privata mi ripugna. Lo dico con la forza e la determinazione di chi non ha mai avuto pregiudizi verso il privato, ma con un’ottica complementare rispetto alla sanità pubblica. Questi sono gli anni più importanti degli ultimi decenni per rifondare la sanità pubblica nel nostro Paese, perché oggi ci sono le risorse per farlo e la sensibilità. Il Covid ci ha spiegato che non si può investire poco in sanità. L'ha capito l'Europa, con il Pnrr, e noi abbiamo il dovere di non sprecare questa opportunità. Pertanto ai nuovi direttori chiediamo di lavorare con noi per tutelare questo diritto e garantire cure adeguate, innovative e strutture moderne e d’avanguardia per tutti i cittadini».