Settimo

Un giardino speciale intitolato a Lia Varesio, storica attivista dei diritti sempre al fianco dei più deboli

All'interno anche un piccolo orto botanico

Un giardino speciale intitolato a Lia Varesio, storica attivista dei diritti sempre al fianco dei più deboli
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Un giardino speciale intitolato a Lia Varesio, storica attivista dei diritti sempre al fianco dei più deboli.

Giardino Varesio

Un parchetto a Lia Varesio, «attivista per i diritti dei più deboli». Lo spazio, ufficialmente intitolato alla Varesio lo scorso venerdì mattina, coincide con l'ex area cani del parco Pertini che, da diverso tempo, ha ripreso una nuova vita grazie alle mani dei volontari dell'associazione Casa dei Popoli.

Lo spazio

Un giardino in cui oggi sorge un piccolo orto botanico, curato in ogni minimo dettaglio, e un angolo dedicato alle piante che non possiamo più tenere in casa e che, al posto di finire in un cassonetto dei rifiuti, rinascono grazie all'associazione Il Papavero. Uno spazio simbolico, in cui confluiscono diverse realtà del territorio, che è lo specchio della profonda trasformazione di «un luogo che sta crescendo un po' alla volta», ha illustrato la sindaca, Elena Piastra. Un'area decorata, all'esterno, dalla cooperativa Il Margine, che «racconta come le persone, con la loro voglia e creatività, possano davvero cambiare i luoghi». «A ciascuno è affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro», recita la frase incisa su una delle panchine dai signori del progetto Il Ponte, «che fa riferimento al nostro dovere e bisogno di entrare a far parte della solitudine dell'altro», ha aggiunto Piastra.

La dedica

Proprio come ha fatto Lia Varesio che, interviene Michele Pizzino, presidente di Casa dei Popoli, era definita «l'angelo dei senza dimora» e anche «la cavaliera della Repubblica». Una donna che si è saputa contraddistinguere mettendosi al servizio dei più deboli e che verrà ricordata in un luogo speciale. «Durante la pandemia, abbiamo compreso meglio quanto i parchi siano fondamentali e abbiamo cercato di valorizzarli attraverso l'azione dei volontari che hanno vegliato su questi luoghi – racconta Pizzino -. Noi siamo come il sassolino che finisce nello stagno, che prima forma il cerchio e poi si allarga. Abbiamo iniziato ad aprire e chiudere il parco Pertini, a mettere a posto i giochi al suo interno e poi abbiamo deciso di realizzare l'orto botanico, che vuole rappresentare la biodiversità». Un modo per riflettere i tempi della natura e per consegnare alla città un patrimonio naturale che è di tutta la comunità, grazie all'impegno e alla perseveranza dei volontari e dei signori e delle signore de Il Margine, che sistemano e bagnano quotidianamente le piante aromatiche presenti nel giardino. «Con questo orto – ha concluso Pizzino -, vogliamo dire che la natura deve essere rispettata e che soltanto curando la natura riusciamo a curare gli uomini, proprio come faceva Lia Varesio».

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