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Stop al consumo di suolo a Settimo: continua la battaglia degli ambientalisti

Continua la campagna di sensibilizzazione di Legambiente che inizia l'anno con un focus sulle nuove strutture in fase di realizzazione in città

Stop al consumo di suolo a Settimo: continua la battaglia degli ambientalisti
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L'anno nuovo per la sezione settimese di Legambiente è iniziato come si era concluso: ossia con un'intensa attività nelle vie, nelle piazze e sui social per sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sul rispetto dell'ambiente e degli spazi verdi.

L'aggiornamento di Legambiente

Legambiente propone un aggiornamento sullo stato delle nuove opere in fase di realizzazione a Settimo.

Area Bordina:

"Recentemente è stato inaugurato il nuovo supermercato con relativo parcheggio, prima opera finita dell'intero progetto. Sullo sfondo del punto vendita si può notare la costruzione della prima delle tre torri che saranno realizzate. Sono iniziati i lavori per la realizzazione di edifici nell'area della ex Casina Bordina che aggiungeranno 11.000 metri quadrati di cementificazione all'intera area".

"Proseguono i lavori del raddoppio del parco Berlinguer - prosegue Legambiente - con la messa a dimora di 2.000 nuovi alberi. Il totale del'area che comprende il primo e il secondo lotto del Parco sarà di 141.000 metri quadri. Verranno aggiunti dei percorsi ciclabili".

L'associazione ricorda che 3.000 persone firmarono una petizione che chiedeva, oltre alla non edificazione di torri e supermercato, anche che l'intera area Bordina fosse destinata a Parco.

Via Fosse Ardeatine:

"E' in fase di realizzazione il palazzo 'gemello' di quello appena realizzato".

Via Torino:

"Proseguono i lavori per il secondo lotto dell'Outlet del lusso"

Corso Piemonte:

"Procedono celermente i lavori per l'edificazione del nuovo punto vendita che è ormai in fase di completamento"

Via Rio San Gallo:

"E' quasi giunta al termine la realizzazione del nuovo palazzo".

Legambiente sottolinea poi come negli ultimi anni le città abbiano assistito a un rapido aumento della cementificazione (citando gli ultimi dati ISPRA che parlano di un consumo di 4,4 metri quadrati al secondo sul suolo nazionale), evidenziando come questo metta in pericolo l’ecosistema terrestre.

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I danni ambientali del consumo di suolo

"I drammi delle esondazioni del 2023, sono un esempio, sempre più frequente, di quello che ci aspetta se non si prendono soluzioni drastiche e veloci. Molte amministrazioni hanno pensato che fosse più semplice, più conveniente autorizzare nuove edificazioni piuttosto che 'costringere' a ristrutturare e riqualificare l’esistente adottando il criterio del costruire sul costruito. I danni ambientali del consumo di suolo:
distruzione degli ecosistemi naturali: l’espansione di aree urbane e infrastrutture richiedono l’abbattimento di gran numero di Alberi e di riduzione di prati e zone umide. Questi ecosistemi naturali sono fondamentali per la biodiversità e svolgono un ruolo chiave nella regolazione del clima e nell’assorbimento di anidride carbonica; perdita di biodiversità: la cementificazione distrugge gli habitat naturali, che provoca la perdita di biodiversità, poiché molte specie vegetali e animali non riescono ad adattarsi a questi nuovi ambienti; cambiamenti climatici".

Legambiente tiene a ricordare come la cementificazione contribuisca in modo significativo ai cambiamenti climatici: "Le aree cementificate assorbono più calore rispetto alle aree verdi, creando le cosiddette 'isole di calore' nelle città. Questo fenomeno porta ad un aumento delle temperature locali e favorisce la formazione di smog. Inoltre, l'uso del cemento è responsabile di una notevole quantità di emissioni di anidride carbonica, un gas serra che contribuisce all’aumento della temperatura globale; inondazioni e dissesti idrogeologici: la cementificazione comporta una significativa impermeabilizzazione del suolo, impedendo all’acqua piovana di essere assorbita dal terreno, che scorrendo rapidamente sulle superfici impermeabilizzate porta a inondazioni e all’erosione del suolo, inoltre le piogge intense provocano deflussi rapidi, inondando le strade sovraccaricando i sistemi di drenaggio".

E ancora: "La cementificazione compromette l’equilibrio idrogeologico, con il risultato di frane e dissesti; perdita di terreni agricoli: la cementificazione riduce la superficie di terreni agricoli fertili, che sono fondamentali per la produzione del cibo; inquinamento atmosferico: l’uso del cemento è una delle principali fonti di emissioni di anidride carbonica, gas climalterante, che viene rilasciato durante la produzione a causa del consumo di combustibili fossili. Inoltre, l’utilizzo di attrezzature pesanti per la costruzione e il trasporto di materiali da costruzione aumenta ulteriormente l’inquinamento atmosferico, con emissioni di ossidi di azoto e particolato fine; impatto sull’aria e sulla qualità della vita: la cementificazione contribuisce alla riduzione della qualità dell’aria, poiché le superfici cementate generano polveri sottili e inquinanti".

Le soluzioni possibili

Queste le soluzioni sostenibili promosse dall'associazione: "Promuovere la riduzione del consumo di materiali da costruzione e la riconversione di edifici esistenti, piuttosto che la costruzione di nuove strutture; urbanistica ecosostenibile: favorire la pianificazione urbana che incoraggi l’uso efficiente del suolo e la creazione di spazi verdi nelle aree urbane, che tenga conto della natura esistente in fase di progettazione e realizzazione delle opere, incentivandola e non rimuovendola con lo scopo di mitigare l’effetto del consumo di suolo;
utilizzo di materiali alternativi: investire nella ricerca e nello sviluppo di materiali da costruzione sostenibili, come il legno, che ha una minor impronta ambientale rispetto al cemento; costruire sul costruito: riutilizzare e riqualificare le aree urbane già contaminate da cemento anziché espandere verso nuove aree vergini; incentivare l’energia rinnovabile: ridurre l’utilizzo di combustibili fossili attraverso l’adozione di fonti energetiche rinnovabili, come il fotovoltaico, l'eolico, il geotermico, l'idroelettrico, il biogas, l'idrogeno green".

L'appello alle istituzioni e la petizione popolare

Legambiente invita tutti gli Amministratori di Settimo ad adoperarsi per frenare l'eccessivo consumo di suolo riportando ad aree agricole tutte quelle aree definite dal vecchio e nuovo Piano regolatore ancora edificabili, invita inoltre tutti a firmare la petizione popolare per la tutela dell'Ambiente STOP consumo di suolo presso i nostri banchetti o sul sito change.org. Petizione che a oggi è arrivata a quasi 1100 firme raccolte.

La raccolta firme è promossa da: Legambiente, Comitato spontaneo Cittadini via Po, Comitato NO torri area Bordina, Circolo Laudato SI’ Settimo Torinese “Santa Maria”. Sostengono la petizione: don Paolo Mignani, Parroco dei Mezzi Po e Alfredo Passarino Segretario SPI-CGIL di Settimo.

Nelle foto: lo stato dei lavori nelle aree settimesi interessate da nuove edificazioni, il volantino distribuito per la raccolta firme della petizione sul consumo di suolo e l'area dove potrebbero sorgere nuove edificazioni.

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