Settimo Torinese: picchia un anziano la notte di Capodanno per rubargli l'auto
L’uomo stava salendo in macchina quando è stato colpito e scaraventato a terra; lo stesso malvivente ha poi tentato di introdursi un una casa
C’è chi, nei momenti in cui si faceva il «conto alla rovescia» in attesa del 2025, ha provato a rubare una macchina, facendo del male a un pensionato.
Immagine di archivio
Settimo Torinese: picchia un anziano la notte di Capodanno
È quanto successo tra il 31 dicembre e il 1 gennaio a Settimo Torinese, nella zona di corso Piemonte. È lì che un 40enne di nazionalità marocchina - ma da tempo residente a Torino - ha puntato un pensionato che si stava avvicinando alla propria auto, verosimilmente per tornare a casa. Dopo averlo avvicinato, il malvivente lo ha prima scosso per poi aggredirlo fisicamente, facendogli male e scaraventandolo a terra.
L’obiettivo erano le chiavi della vettura, per scappare chissà da chi e chissà dopo aver fatto cosa.
Decisivo la telefonata al 112
Ma qualcuno ha visto la scena: dai balconi e per strada. E immediatamente hanno contattato il numero unico di emergenza «112»: «Accorrete, un uomo ha appena aggredito un pensionato. Lo ha scaraventato a terra e voleva rubargli l’auto».
In pochi minuti, una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri è arrivata sul posto e, grazie ad una attenta descrizione del malvivente, i militari si sono gettati all’inseguimento. Anche perché, non avendo a disposizione l’auto, il 40enne aveva deciso di fuggire a piedi.
La fuga (con tentativo di scasso) e l'arresto
Nel mentre, ecco che è riuscito a intrufolarsi in un palazzo, sfruttando l’entrata e l’uscita di condomini e amici di qualche residente, puntando un appartamento e provando a scardinare la serratura.
Ma la sua «fuga» è durata davvero poco. I Carabinieri, infatti, sono riusciti a braccarlo proprio mentre era intento a cercare di entrare in quell’appartamento.
E così è stato arrestato con le accuse di «tentata rapina» e di «tentato furto aggravato».
Dopo essere stato portato in carcere a Ivrea, il giudice, dopo l’udienza di convalida dell’arresto, ha optato, quale soluzione intermedia in attesa del processo, per il carcere.