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Settimo: panchina contro l’omofobia realizzata dagli studenti del Galileo Ferraris

I ragazzi dell'istituto scolastico si sono anche confrontati in biblioteca Archimede sul tema

Settimo: panchina contro l’omofobia realizzata dagli studenti del Galileo Ferraris
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Venerdì 17 maggio studenti e studentesse dell'istituto scolastico si sono confrontati in biblioteca Archimede su un tema che riguarda tutti, oltre che sulla necessità di costruire insieme una società che sia realmente in grado di rispettare il prossimo a prescindere dal proprio genere e orientamento.

Studenti del Galileo Ferraris contro l'omofobia

«L'amore può essere diverso, ma questo non significa che sia perverso. L'amore batte come il cuore e non va in direzioni imposte. Che ti importa se sei una montagna o il mare? L’importante è che ci si possa amare», recitano i versi di una poesia firmata dai ragazzi delle scuole superiori del territorio. E ancora, «Tutte le persone devono essere rispettate senza considerare chi sono e chi amano».

Sono questi alcuni dei messaggi a cui hanno lavorato le sezioni del Galileo Ferraris in occasione del 17 maggio, Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

A lavorare a stretto contatto con i ragazzi c'erano Fondazione Comunità Solidale, Casa dei Popoli, l'associazione Quore e la libreria Nora, parte integrante di un'unica rete che ha come obiettivo sensibilizzare la tematica dei diritti e delle pari opportunità. Dopo un primo momento di scambio di idee rispetto alle letture svolte durante l'anno, le classi del Galileo Ferraris hanno selezionato alcune frasi da scrivere sulla panchina che, all'incrocio tra piazza Campidoglio e via Giannone, nelle prossime settimane diventerà il simbolo della lotta alle discriminazioni. Un lavoro partito dalle parole che rappresentano il primo mezzo di inclusione e di contrasto alle disparità.

«Sono stufa di provare disgusto verso me stessa», scrive qualcuna. «Spero che chiunque provi amore, sia in grado di amare liberamente», è l’auspicio di un gruppo di studentesse che si sono ritrovate a ragionare sui diritti attorno ai tavoli dell’Archimede.

Frasi scritte su cartelloni che rimarranno esposti prima in biblioteca e poi tra i corridoi del Ferraris, per sensibilizzare gli studenti ma anche il corpo docenti. Perché l’educazione delle nuove generazioni deve procedere a braccetto con la formazione degli adulti. Frasi che rispecchiano lo stato d'animo di alcune ragazze o ragazzi, intrappolati nell'incapacità di esprimere i propri sentimenti per la paura di non essere accettati. Altri, invece, scelgono di raccontare il proprio stato d'animo, spesso influenzato dai pregiudizi degli altri.

Messaggi che troveranno spazio in un'unica panchina, un luogo di sosta che si appresta a trasformarsi in uno spazio di riflessione rispetto ad una tematica su cui c'è ancora tanta strada da fare.

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