Croce rossa

Settimo, Alessandro Basso e il suo mezzo secolo di volontariato

Impegno costante per la comunità: una vita dedicata ad aiutare gli altri con passione e altruismo

Settimo, Alessandro Basso e il suo mezzo secolo di volontariato

A 67 anni, Alessandro Basso continua instancabilmente a incarnare lo spirito autentico del volontariato: è pensionato rispetto al suo lavoro, ma ancora volontario della Croce Rossa Italiana di Settimo Torinese da ben 51 anni, avendo iniziato il suo percorso ancora prima che l’attività del Comitato prendesse ufficialmente avvio nel 1974.

Settimo, Alessandro Basso e il mezzo secolo di volontariato

Un contributo imponente, costruito anno dopo anno, artefice, assieme all’impegno degli altri volontari che si sono susseguiti nel tempo, di un successo fatto della professionalità, della serietà nell’assiduità e della dedizione necessari quando si ha tra le mani la vita di qualcun altro.

Fin dal principio, la Croce Rossa Italiana è diventata per lui molto più di un’associazione: è casa, missione, specchio della società e fonte inesauribile di crescita personale. Fino alla fine del 2023, Alessandro ha operato attivamente nel servizio di soccorso in ambulanza, dedicandosi con costanza ai turni notturni e alle festività, in una routine che richiede sacrificio, ma che ha sempre affrontato con entusiasmo e professionalità.

Dal 1976 ha iniziato a formare nuovi volontari e nel 1986 ha assunto il ruolo di Monitore di Primo Soccorso, portando la cultura del pronto intervento non solo ai volontari, ma anche a scuole, aziende, Forze Armate e cittadini.

Il monitore è un informatore che trasmette le conoscenze e lo spirito del primo soccorso secondo i principi della Croce Rossa. In pratica, il “monitore di primo soccorso” svolge un ruolo chiave nell’educazione sanitaria della popolazione, diffondendo competenze pratiche e teoriche per affrontare situazioni di emergenza.

La sua esperienza nella Protezione Civile, iniziata nel 1983, lo ha portato a essere Istruttore e Coordinatore sia a livello locale che internazionale, affrontando il cosiddetto “ciclo dei disastri” con competenza e visione: dalla prevenzione alla risposta, dal ripristino all’inclusione.

Attualmente, Alessandro è Referente per il Volontariato del Comitato e si impegna a ideare strategie per coinvolgere nuove risorse in un contesto nazionale segnato da crescente difficoltà nel reclutamento. Uno dei suoi fiori all’occhiello è il lavoro svolto con i giovani: dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori, promuove il Primo Soccorso e gli obiettivi Salute, con l’idea che i più piccoli possano diventare ambasciatori preziosi nei confronti di adulti e familiari.

«Il passaparola emotivo è il motore migliore per costruire coscienze e diffondere il valore del dono»: questo è uno dei paradigmi del suo operato. Da un anno e mezzo è impegnato anche nel progetto sull’invecchiamento attivo e inclusione sociale, rivolto a persone sole, spesso anziane, un’altra espressione concreta della sua visione comunitaria: la valorizzazione delle generazioni più vecchie perseguendo il triplice fine di includere, mantenere attivi e rallentare, di conseguenza, l’invecchiamento e l’isolamento che spesso accompagna l’ultimo periodo dell’esistenza è un aspetto di estrema attualità nel nostro mondo che tende ad avere una popolazione anziana sempre più grande.

Nel quotidiano, Alessandro si occupa di trasporto infermi, dedicando tra le 12 e le 25 ore settimanali alla CRI, sfruttando il tempo che la pensione gli ha concesso come risorsa da mettere al servizio degli altri. Il volontariato, per lui, è un’estensione naturale della sua formazione da scout, durata 16 anni: un periodo che ha radicato profondamente in lui il valore dell’impegno concreto per il bene collettivo. Conoscere persone nuove, diverse, affrontare sfide e costruire relazioni: questa è la ricchezza che Alessandro riceve, giorno dopo giorno, in cambio delle sue ore donate.

Nel 2006 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, non come punto di arrivo, ma come rinnovata responsabilità: «Essere Cavaliere significa essere attivo a pieno titolo per migliorare le condizioni delle persone e dei luoghi nei quali vivo», afferma con orgoglio. In una società che si possa definire civile, Alessandro afferma con decisione che ogni persona abbia il dovere di dare qualcosa alla Comunità, senza tuttavia che il conto finale sia un saldo in rosso: il dono non impoverisce, ma arricchisce. Sembra che questa formula sia una sorta di colonna sonora che fa da sottofondo a ciascuna delle esperienza affrontate in Croce Rossa. Solo attraverso la condivisione si genera un progresso umano e sociale che crea fiducia e coesione.

«Fare squadra», sottolinea, «significa agire meglio verso chi ha bisogno di noi». Tra i suoi momenti più belli, racconta la nascita di un bambino durante un trasferimento in ambulanza dalla Toscana al Piemonte, e le missioni umanitarie legate all’emergenza Ucraina, dove ha contribuito a ricongiungere nuclei familiari separati durante l’evacuazione. Il coronamento di quell’esperienza è stata una festa, un anno dopo, nella nuova casa di una delle famiglie accolte in Trentino: simbolo concreto di speranza e umanità.

Non mancano, tuttavia i ricordi dolorosi, come la perdita di due colleghi cari, Francesco Paolo e Giorio Mauro, che hanno sventuratamente perso la vita in servizio: un ricordo che riempie il cuore, pur non allontanando il dolore. Volontario, formatore, amico, uomo di valori: Alessandro Basso è esempio tangibile di come una vita dedicata agli altri diventa un messaggio vivo, da condividere, tramandare, imitare.