Sanità piemontese: raccolte più di mille firme in poche ore contro le liste d'attesa infinite
Il Pd regionale: "Non bastano gli annunci di Cirio. Si metta al lavoro per risolvere i problemi"
“In Piemonte va tutto bene… continuano a ripeterlo Cirio, la giunta e l’intera maggioranza, eppure già ieri sera, in poche ore, la petizione Stop Liste d’Attesa ha superato quota 1000 firme. Loro possono continuare ad affermare che il Piemonte è un’isola felice, ma l’esperienza dei cittadini, evidentemente, è un'altra. E’ il caso che il Presidente ne prenda atto e si rimbocchi le maniche almeno in questo ultimo stralcio di legislatura”. Lo dichiara il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, replicando alle comunicazioni dell’esecutivo a margine della conferenza stampa di lancio della campagna Stop Liste d’Attesa promossa dal PD piemontese su tutto il territorio regionale.
"Sul tema sanità la maggioranza è in forte difficoltà"
“Capiamo che sul tema della sanità il Presidente e la maggioranza di destra siano in forte difficoltà perché la realtà non è edulcorata come gli annunci e fa emergere la mancanza di contenuti, progettualità e programmazione” sottolinea il segretario Dem. “Il re è nudo… forse anche per questo assistiamo ad una reazione scomposta: l’uso delle pagine social istituzionali di Regione Piemonte per rispondere al PD è inaccettabile perché le istituzioni non sono di proprietà di una parte politica, così come inviare un “superconsulente” ad una conferenza stampa della minoranza è una scelta discutibile, rientra nei suoi compiti? Lo paghiamo per quello? Per replicare alle iniziative politiche dei partiti?” incalza Rossi “piuttosto - aggiunge - ci saremmo aspettati che almeno una volta il Presidente Cirio si schierasse in prima linea mentre, invece, procede nel suo atteggiamento da battaglia di retroguardia, al riparo dalle polemiche”.
"I problemi vanno risolti"
“Noi, al contrario, la faccia ce la mettiamo e vogliamo confrontarci con i piemontesi su un tema centrale come quello della sanità, che non deve essere un privilegio ma un diritto per tutti. I problemi vanno risolti, gli errori ammessi e corretti” afferma Rossi. “Con la nostra campagna - conclude - avanziamo proposte e azioni concrete per migliorare il sistema sanitario: siamo appena partiti. Ci vedranno presto nelle piazze e davanti agli ospedali a parlare con tutti i cittadini. Lavoriamo e lavoreremo ogni giorno per le strade e nelle istituzioni per centrare questi obiettivi, perché la sanità sia davvero universale”.
Le liste d’attesa sono il sintomo più evidente della precarietà della sanità pubblica in Piemonte e proprio da questo intendiamo partire per curare l’intero sistema, perché anche il tempo è salute” aveva detto Rossi, presentando la campagna Stop Liste d’Attesa: una petizione on line, ma anche banchetti nelle piazze e presso i luoghi di cura per dar voce ai cittadini e costruire insieme un’alternativa che passa da proposte precise.
"La salute è un diritto"
“La situazione attuale è inaccettabile e tradisce lo spirito dell’articolo 32 della costituzione, oltre che della legge 833 del 1978 ispirata a valori di universalità, uguaglianza ed equità. Siamo lontanissimi da tutto questo. Una legge, ricordiamolo, voluta da Tina Anselmi, partigiana e prima donna ministro della storia repubblicana. L’obiettivo del Partito Democratico è quello di mettere la propria rete al servizio dei piemontesi, degli operatori del settore e di tutti coloro che credono nel diritto alla salute, riportando al centro del dibattito la discussione su un tema chiave come quello della sanità. Vogliamo essere interlocutori credibili dentro le istituzioni ma soprattutto fare in modo che la battaglia per una sanità davvero universale sia una battaglia popolare” spiega Rossi.
“I cittadini devono poter far sentire la propria voce e le forze politiche devono sentirsi costantemente sotto esame perché proprio sulla sanità si marcano le differenze” prosegue il Segretario Dem.
“La sanità - afferma Rossi - è un tema rivelatore della visione di società di ciascun partito: la destra persegue una società diseguale, dove solo chi ha i mezzi accede ai servizi. Noi, invece, crediamo che i diritti fondamentali debbano essere garantiti a tutti. Dietro l’indebolimento della sanità piemontese e del Sistema Sanitario Nazionale c’è un chiaro disegno che favorisce la crescita del privato. La previsione del Governo di investimento del 6,2% del Pil sulla sanità, unita alla riforma fiscale che costerà fino a 10 miliardi di euro in termini di mancate entrate va nella direzione di ridurre investimenti sulla scuola, il trasporto pubblico e, appunto, la sanità. Un disegno come questo dopo la pandemia da Covid19 è inaccettabile. Gli investimenti in politiche di salute non solo non sono un costo, ma sono presupposto anche di ogni benessere sociale ed economico perciò, con questa petizione facciamo delle proposte concrete ad ogni livello. Serve una manovra a tenaglia che coinvolge Regione e Governo per salvare la sanità pubblica, che deve tornare a essere attrattiva, anche per livello delle retribuzioni e progressi di carriera possibili. Ma per farlo occorre finanziare con almeno il 7% del PIL il SSN, assumere più personale, programmare in maniera corretta e potenziare la sanità territoriale”.
"Non ci arrendiamo all'idea di una sanità di serie A e una di serie B"
“In una Regione in cui per una visita bisogna prenotarsi con otto mesi di anticipo evidentemente la salute è un diritto non più fruibile” denuncia Valentina Paris, componente della segreteria regionale del Pd con delega alla salute. “Per questo - prosegue Paris - il Partito Democratico si pone a sostegno dei cittadini e degli operatori sanitari che rivendicano un servizio efficiente per tutti. Con questa mobilitazione impegniamo tutta la comunità democratica a partire dagli eletti accanto alle cittadine e ai cittadini piemontesi”.
“Noi non ci arrenderemo mai all’idea che possa esistere una sanità di serie A e una di serie B, che possa curarsi solo chi se lo può permettere” rilancia il Presidente del Gruppo PD in Consiglio Regionale, Raffaele Gallo.
“Lo stiamo denunciando da anni in Consiglio e ogni giorno lavoriamo per contrastare questa visione. Ora è davvero necessaria una mobilitazione che coinvolga tutti, a partire dai cittadini per costruire insieme un’alternativa: un Piemonte diverso” sottolinea il Presidente Dem.
Mesi o anni per una visita o un esame
“Perché per una visita oculistica a Nichelino si deve attendere fino a marzo 2024? Perché per una eco Doppler alle Molinette fino al prossimo dicembre? E per una colonscopia a Chieri fino a luglio 2025? Sono solo alcune delle segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi mesi che ci consentono di misurare la distanza siderale fra gli annunci di Cirio e Icardi e la realtà” denuncia il Vicepresidente del consiglio regionale Daniele Valle.
“Gli stessi medici di base sono in allarme e ci segnalano casi eclatanti: non sono più in grado di garantire cure, di vedere le loro prescrizioni produrre effetti. E vedono molti pazienti aggravarsi o rinunciare alle cure” aggiunge il Consigliere Dem.
“Curarsi in Piemonte - sottolinea Valle - sta diventando un lusso riservato ai più ricchi, fra specialità non disponibili e spazi in agenda dall'altra parte del Piemonte. Non è solo incapacità, ma è un disegno preciso di depotenziamento della sanità pubblica in favore del privato. Non solo, il nostro sistema sanitario ha perso altri 1.000 dipendenti nel 2022, ma ci sono oltre 700 assunti a tempo determinato: vuol dire che i medici, gli infermieri ci sono. Manca la volontà di assumere e la capacità di programmare il turnover”.
“Le liste di attesa sono il precipitato di una sanità che non riesce a stare al passo coi tempi: negli ultimi decenni sono aumentate quantità e qualità delle indagini, senza che a questo sia corrisposto un adeguamento del personale necessario a farvi fronte” dichiara il Consigliere Regionale, Mauro Salizzoni.
“Pensiamo solo alla lettura e l'interpretazione delle immagini diagnostiche: alcuni laboratori in Italia le hanno esternalizzate” conclude il Consigliere regionale Pd, sottolineando che “in diversi casi vengono inviate in Paesi come l’India dove il lavoro costa meno e le competenze sono altissime, ma siamo già pronti a un’ulteriore evoluzione: l'intelligenza artificiale ormai legge le immagini meglio di un medico esperto, lo fa in una frazione di secondo e individua patologie invisibili ad occhio nudo. L’IA contribuirà a smaltire le liste di attesa? Al contrario, ci darà più possibilità di salvare vite umane con diagnosi precoci ma dovremo avere un sistema sanitario in grado di reagire e provvedere tempestivamente agli interventi”.