Rivalba, isolato dalla frana e vittima di un furto: la difficile settimana di Tony
Viabilità e disagi post-alluvione: il racconto di chi vive in cima alla collina

Una Panda, una motosega e tanta forza: la resistenza di Tony Bianco dopo l’alluvione.
Rivalba, isolato dalla frana
Ogni mattina, alle 7:10 in punto, Tony Bianco parte dalla sua cascina sulle colline di Rivalba per andare a prendere il caffè a Gassino. Un’abitudine a cui non rinuncerebbe mai. Ma l’alluvione che ha colpito il territorio tra il 16 e il 17 aprile ha messo alla prova anche la sua tenacia: la strada per raggiungere casa sua è rimasta chiusa per una settimana a causa di una grossa frana.
Per arrivare alla sua abitazione, situata formalmente sotto il Comune di Rivalba, bisogna salire lungo la Val Baudana, nel territorio di San Raffaele Cimena. La strada, da asfaltata, si trasforma presto in uno sterrato tortuoso, fatto di pendenze ripide e curve a gomito, fino al cascinale di famiglia dove Tony è nato. Lì lo abbiamo incontrato sabato 3 maggio, insieme ai volontari della Protezione Civile AIB, ancora impegnati nella distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie più colpite.
«L’alluvione non mi ha spaventato tanto», ci racconta Tony. «Quello che mi ha messo in difficoltà è stato trovarmi un albero in mezzo alla strada mentre stavo scendendo in auto. Sono tornato su, ho preso la motosega e l’ho tagliato. Poi, come sempre, sono andato al bar a leggere il giornale. Ma al ritorno ho trovato la strada chiusa». Grazie alla nipote, che gli ha lasciato un’auto a valle prima del blocco, è riuscito comunque a spostarsi per la spesa. La strada è stata liberata sette giorni dopo, da una ditta incaricata dal Comune di Rivalba. «Ringrazio la Protezione Civile, sono stati sempre presenti. Ma la frana era davvero grossa e potevano fare poco».
Anche vittima di un furto
Nonostante viva in un luogo così isolato, Tony è stato anche vittima di un furto. «Ero uscito un’ora, quando sono tornato ho trovato tutto in disordine. Hanno portato via la vespetta, un peso, delle motoseghe e anche il gallo, che era dispettoso, ma mi teneva compagnia». Ora con lui sono rimaste solo due galline: «Ne avevo otto, ma la poiana ne ha fatte fuori parecchie».
Una storia particolare
La sua è una storia fuori dal comune. Ha lavorato per anni in Brasile e ha partecipato per ben due volte alla Torino-Saint Vincent, storica corsa di 100 chilometri. Oggi vive immerso nella natura, fedele alla sua Panda e alla sua routine: «Non ho mai avuto un 4x4. La strada non mi fa paura. E durante l’alluvione c’era chi stava peggio di me. È giusto che gli aiuti vadano prima a loro».