Riforma della Legge sul gioco d’azzardo: cambiata la norma del 2016
Discussione aperta: sono state introdotte modifiche su distanze e orari
Riforma della Legge sul gioco d’azzardo: cambiata la norma del 2016.
Gioco d'azzardo
La vicenda è complessa e per comprenderla al meglio è indispensabile fare un salto nel passato. Stiamo parlando del periodo del 2014 quando una serie di parlamentini locali, tra cui anche quello di Settimo, chiesero a colpi di ordini del giorno, che il Consiglio regionale piemontese si occupasse del tema del Gioco d’azzardo patologico. Da allora ne scaturì una Legge regionale, frutto di una stretta e netta collaborazione tra gli assessori dell’epoca Gianna Pentenero e Antonino Saitta. Una normativa regionale che aveva come obiettivo quello di ridurre i drammatici effetti del gioco d’azzardo patologico sui cittadini della Regione. Un testo che venne preso a modello anche da altri consigli regionali italiani ma che, oggi - luglio 2021 - è stato modificato e revisionato dall’attuale Consiglio Regionale e dalla Giunta guidata dal Presidente Alberto Cirio. Non senza polemiche, visto che, nel corso della discussione e dei conflitti istituzionali sull’argomento, anche Fratelli d’Italia, ha più volte manifestato una certa distanza dalle indicazioni del governo regionale.
Sono state numerose le manifestazioni organizzate dalle opposizioni, dagli stessi militanti di Fratelli d’Italia (che proprio con Marrone siedono nella Giunta regionale, ndr) e dalle tante associazioni che quotidianamente si occupano del tema degli effetti della ludopatia sulle persone. Non ultima quella dello scorso martedì mattina quando di fronte a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale piemontese, si è presentato persino don Luigi Ciotti che, rappresentando il Gruppo Abele, ha più volte sottolineato l’importanza di non procedere alla votazione di una riforma legislativa di questo genere.
Le polemiche
I toni, soprattutto da parte degli oppositori alla riforma della Legge regionale sono tutt’altro che leggeri. «Una legge che ha salvato molte famiglie e molti lavoratori. Una legge che non toglie nulla al settore economico in questione, semplicemente ne regola i rischi patologici per coloro che giocano o potrebbero cominciare a farlo», scriveva il Gruppo Abele, prima ancora che la norma avesse il definito via libera in Consiglio regionale. «Una normativa all'avanguardia, che in questi anni, limitando con efficacia l'accesso alle occasioni di gioco che creano maggiore dipendenza - come le slot-machine in bar e tabaccherie - ha contribuito in modo significativo a proteggere le persone più esposte a cadere in quel tipo di problema: giovanissimi, anziani, disoccupati», ribadivano don Luigi Ciotti e Leopoldo Grosso, rispettivamente presidente e presidente onorario del Gruppo Abele.
Cosa cambia con la nuova legge
Uno dei primi elementi che emerge a seguito della riforma della normativa del 2016 è relativo al cosiddetto «distanziometro».
«Sarà vietata l’attività di sale da gioco, sale scommesse e spazi per il gioco, e anche l’installazione di nuovi apparecchi, a una distanza inferiore ai 300 metri dai luoghi sensibili (scuole, università, sportelli bancomat, compro oro e altri...) nei comuni sotto i 5000 abitanti, come da precedente legge, ridotta da 500 a 400 metri per quelli con più di 5000 abitanti».
«Gli esercizi che hanno dismesso gli apparecchi dopo l’entrata in vigore della legge 9/2016, possono rivolgere istanza di reinstallazione, anche se intervenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio 2016», spiega ancora una nota del Consiglio regionale piemontese.
Le fasce orarie per il gioco
«Vengono definite le fasce orarie da rispettare tassativamente: sale da gioco e sale scommesse dovranno interrompere le attività dalle 2 alle 10, gli spazi gioco per dieci ore giornaliere complessive, di cui otto ore consecutive nella fascia dalle 24 alle 8 e due ore nella fascia di uscita dalle scuole dalle 13 alle 15 - si legge nel documento -. Tra le novità, in caso di nuove aperture (a cui sono equiparati l’installazione di nuovi apparecchi e il trasferimento in altro locale), non potranno essere posizionate slot nei locali di dimensione inferiore ai 25 mq, se ne potrà installare una in quelli tra 25 e 50 mq, e massimo due in quelli superiori a 50 mq. La Regione Piemonte, si specifica all’articolo 10, considera l’assenza di apparecchi da gioco come elemento preferenziale per la concessione di patrocini, finanziamenti e benefici economici».
La Regione “esulta” e vuoleevidenziare i fondi contro la ludopatia
A fronte delle numerose polemiche che sono state lanciate proprio dalle opposizioni in Consiglio piemontese, dalla Regione arrivano ulteriori precisazioni nel merito. Una su tutte è quella che riguarda il finanziamento delle azioni rivolte al contrasto sanitario della ludopatia e degli effetti sulla popolazione. In questo senso dal Consiglio regionale si apprende che sono stati rafforzati «gli interventi di prevenzione sul gioco patologico, con una particolare attenzione a giovani e studenti.
I minori di 18 anni non potranno accedere a sale gioco e sale bingo in cui sono installati i video terminali e sarà vietato l’uso di apparecchi per il gioco. Il titolare sarà tenuto a identificare i minori chiedendo il documento di identità e l’uso delle slot sarà attivabile tramite codice fiscale o tessera sanitaria. Le scuole primarie e secondarie predisporranno iniziative didattiche sui rischi del gioco, mentre in tutte le scuole - con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale - sono previste lezioni tematiche sul rischio di abusi del gioco online e su smartphone». «Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approverà il piano triennale di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio del gioco patologico, attraverso azioni di educazione, informazione e comunicazione. Nello stesso periodo la Giunta lancerà il concorso per realizzare il logo “Slot, no grazie!” dedicato alle scuole di secondo grado. Il logo verrà diffuso su tutto il territorio piemontese anche grazie alla giornata dedicata che vedrà coinvolte scuole, università e Asl. La legge prevede azioni specifiche anche su usura, sovraindebitamento e infiltrazioni criminali: d’intesa con le Camere di Commercio verranno realizzate campagne di informazione e sensibilizzazione e verranno promossi protocolli d’intesa con prefetture e forze dell’ordine».