il suo sogno rischia di infrangersi

Raccolta fondi per aiutare la studentessa Salma a diventare medico

Da San Mauro al Canada per studiare, ma deve reperire 5 mila dollari

Raccolta fondi per aiutare la studentessa Salma a diventare medico
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Le carte in regola per diventare un grande chirurgo Salma Lofti le possiede tutte.
Un diploma da 100 e lode in chimica e biotecnologie sanitarie, conseguito all’istituto Gobetti Marchesini di Torino, le idee chiare sul proprio avvenire, ma soprattutto la determinazione giusta per realizzare tutti i sogni nel cassetto. La grinta, in definitiva, di chi non ha esitato a rimboccarsi le maniche, studiando e lavorando per mettere da parte un gruzzoletto che le consentisse di volare in Canada ed iscriversi ad una delle più prestigiose università del luogo, la Concordia University di Montreal, nel Quebec.

Raccolta fondi per aiutare la studentessa Salma a diventare medico

La vita  mette spesso alla prova la nostra resilienza e ad un passo dalla laurea la legislazione canadese rischia d’infrangere i sogni di Salma. Il nodo della faccenda è la legge 96, varata a maggio 2022 per rafforzare l’uso della lingua francese. Un provvedimento che ha penalizzato, obtorto collo, le scuole e gli atenei anglofoni, ivi inclusa la Concordia University. Le rette universitarie sono dunque schizzate alle stelle e la ventiquattrenne, prima residente in via Mezzaluna, deve corrispondere una tassa universitaria imprevista da 16mila dollari entro il 29 gennaio 2024 per poter concludere i propri studi. Un esborso difficile da sostenere per chi, nella vita, ha già dovuto fare tanti sacrifici, e da cui è partita una campagna di crowdfunding.

La storia

Salma nasce a Casablanca da genitori marocchini. E’ la seconda di quattro figli e vive la prima parte della sua esistenza in madrepatria per poi raggiungere insieme al resto della famiglia il padre, già a Torino dagli anni ‘70. Cresce tra le vie del quartiere Sambuy respirando l’aria della periferia ma sognando “l’America”. Per sopperire alle ristrettezze economiche della famiglia, numerosa e monoreddito, inizia ad impartire ripetizioni ma soprattutto, dopo il conseguimento del diploma col massimo dei voti, a lavorare in una piccola erboristeria. Qui mette a frutto i propri studi e accantona un tesoretto che le permetterà di coronare i propri obiettivi.

L’esperienza canadese

Il 17 gennaio 2020 Salma atterra a Montreal. E’ l’inizio di un’avventura che, tuttavia, si prospetta subito ardua. «Ho capito immediatamente che dovevo cavarmela da sola, che potevo contare sulle mie sole forze per affrontare una burocrazia complicata ed un paese ostile agli studenti stranieri – racconta commossa la ragazza, raggiunta in videocall –.
Ci sono stati momenti in cui io e la mia coinquilina non sapevamo come procurarci da mangiare. Altri in cui ho rinunciato all’abbonamento ai mezzi pubblici perché non potevo permettermelo. Ho compreso, insomma, tutte le difficoltà che papà aveva patito al suo arrivo in Italia. Lo stigma dello straniero al quale non viene dato supporto. Ma quello di studiare in Canada è il mio sogno, perciò ho stretto i denti fino ad oggi. La nuova legge stata come una sberla in faccia». Il nodo della questione è semplice: «Il Quebec sta spingendo la gente a studiare il francese. La mia invece è un’università anglofona, che perciò non gode più di sovvenzioni. Le tasse universitarie sono quindi lievitate a 16mila dollari». Una quota che Salma non è in grado di coprire senza aiuti. «Ho provato di tutto per pagarle da sola: ho contattato banche italiane, provato a cercare altri posti di lavoro, chiesto aiuto a comunità che si occupano di italiani, ma senza successo. In questi anni sono sempre stati i miei a supportarmi a distanza con grande sacrificio. Sono grata per quanto hanno fatto, e siccome quest’anno papà andrà in pensione non posso chiedere loro uno sforzo ulteriore».
Perciò, caparbia e combattiva, ha «Avviato una raccolta fondi che punta a reperire 5mila dollari, cioè circa 3mila euro».
Per ora Salma ne ha ricevuti appena 55, e intanto il tempo corre. Il 29 gennaio rischia di dover fare armi e bagagli per tornare in Italia «Senza riuscire a completare il percorso di studi in scienze» che le darebbero accesso al master in medicina.
«Desidero di tornare a San Mauro, un giorno, ma da medico – conclude –. Non voglio interrompere prima il mio sogno».

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