Circoscrizione 6

Quasi mille firme per salvare l'ultimo "pratone" di Bertolla

I residenti contro la trasformazione del quartiere: "Vogliamo garantita l'inedificabilità perenne"

Quasi mille firme per salvare l'ultimo "pratone" di Bertolla
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«Questo è l’ultimo prato rimasto a Bertolla. Il Comune ne garantisca l’inedificabilità perenne» è l’appello che si è levato nei giorni scorsi dai residenti del borgo dei lavandai. E sono 963 i cittadini che hanno firmato la petizione per salvare l’angolo di verde sito tra via Fattorelli 81 e via Kolbe, ultimo fazzoletto di terra vergine rimasto nel quartiere, anche se reso edificabile da una variante al Piano regolatore del 2012.

La mobilitazione popolare

La preoccupazione degli abitanti della zona è che presto o tardi faccia la stessa fine del suo «gemello», già parzialmente edificato. Di qui la mobilitazione popolare per la raccolta firme tra luglio 2022 e marzo 2023, sfociata lo scorso 22 marzo in un diritto di tribuna. A condurlo i primi tre firmatari della petizione, Paola Eugenio, Fernanda Asinari e Flavio Vallarelli, sostenuti da una ventina tra vicini di casa e rappresentati di comitati ed associazioni muniti di striscioni e fotografie.

«Questo quartiere risale al 1800 e mantiene ancora le caratteristiche di borgo con basse villette, orti coltivati dai residenti, bealere, oltre ad avere una valenza paesaggistico-ambientale. Su questi prati, parte di tale patrimonio, si fa sport, giocano i bambini e vengono in gita le scuole. Senza contare l’importanza che rivestono in termini di salvaguardia dell’ecosistema e di assorbimento idrico, visto che questa è una zona ad alto rischio alluvionale» hanno riassunto le signore Eugenio e Asinari.

"Si compromette l'identità del quartiere"

«A seguito della variante al Piano regolatore 228, tuttavia, è partita una trasformazione urbanistica che compromette l’identità del quartiere. A pochi metri da qui è in corso la realizzazione una Rsa, la terza in 300 metri, e sono previste 25 palazzine di 5 piani più altre 7 nel proseguimento di strada Bertolla».

I primi cantieri hanno già causato parecchi disagi, prosegue Vallarelli. «Abito in una cascina storica che negli ultimi tre anni è stata inglobata dal cantiere della Rsa, una ziggurat di cemento la cui edificazione ci ha impedito di accede alla parte posteriore di casa. Lì ormai il danno è fatto, perciò salvare questo prato serve alla nostra memoria, coscienza e dignità. Fa riflettere inoltre che una Giunta che si dichiara sensibile alle tematiche ambientali tragga puntualmente profitto dalle aree verdi, trasformando Torino nella capitale del consumo di suolo» ha aggiunto con riferimento, tra i tanti progetti, anche a quello di “cittadella” dello sport prevista al Meisino.

Durante gli incontri già intercorsi tra i residenti e l’assessore Paolo Mazzoleni quest’ultimo ha chiarito che per il pratone di Bertolla non ci sono progetti all’orizzonte. «Nulla è eterno, però - concludono i cittadini -. La variante gli ha assegnato una capacità edificatoria di 8.500 metri quadri su 15.000. Pertanto abbiamo deciso di mobilitarci per salvarlo chiedendo che torni verde di pertinenza e che venga garantita l’inedificabilità perenne». La proposta verrà discussa durante la commissione congiunta del 15 maggio.

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