SETTIMO TORINESE

Piastra e i suoi (secondi) 100 giorni

A poco più di tre mesi dalla rielezione la sindaca tra nuovi progetti e «visioni» da concretizzare

Piastra e i suoi (secondi) 100 giorni
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Elena Piastra e i suoi (secondi) 100 giorni. A poco più di tre mesi dalla rielezione la sindaca tra nuovi progetti e «visioni» da concretizzare.

Piastra e i suoi (secondi) 100 giorni

Elena Piastra, sono trascorsi 100 giorni da quando è stata eletta per la seconda volta sindaca. Cosa è cambiato in questi tre mesi circa per Settimo?

«Essendo un secondo mandato, si è trattato soprattutto di continuità. Ovvero di riprendere le fila di alcune azioni che con le elezioni erano state rallentate. In questi primi giorni, mi sono concentrata su una serie di attività legate alla riorganizzazione interna della macchina comunale. Inoltre, abbiamo continuato il monitoraggio dei cantieri attivi, aperto e chiuso alcuni bandi. Uno del Pnrr, appena aggiudicato, sull'area di bonifica lungo Po e poi stiamo lavorando su un bando energetico. Sono stati mesi di pensiero sulla struttura ma siamo anche andati avanti sulle scelte che già erano state prese».

Ha incentrato il suo programma elettorale sulla sfida demografica ed ambientale. Quali progetti ha in mente?

«Per quanto riguarda la sfida demografica, presenteremo nel 2025 un pacchetto di misure diverse. Alcune hanno l'obiettivo di rendere Settimo più attrattiva per le famiglie. In questa direzione, si inseriscono tutti i progetti che già esistono e che abbiamo provato a migliorare, come il “pre e post” scuola. Poi ci sono le leve fiscali per favorire il più possibile l'abitare che a Settimo ha un costo molto alto sia per il prezzo di acquisto delle case che per gli affitti. Non a caso, stiamo assistendo ad una situazione in cui i giovani frequentano la scuola o i servizi a Settimo ma vivono nei Comuni vicini. Infine, sarà fondamentale lavorare sui trasporti. Da dicembre, a Settimo ci sarà un treno ogni mezz'ora per Torino e il servizio migliorerà nel 2026».

Parliamo di ambiente in chiave di trasformazione urbanistica. Nel Dup citate aree come Lucchini, Laguna Verde, Cernusco. Progetti nel cassetto da anni. Qualcosa potrà vedere la luce nel corso del mandato?

«Sì, ne sono sicura. La più lenta e difficile è l’area Cernusco. Su Lucchini è stata conclusa la revisione del piano di caratterizazione per la bonifica e abbiamo anche fatto alcuni incontri con una società interessata. Per Laguna verde, invece, nel corso di questi cinque anni procederemo con una variante urbanistica dedicata».

Questi primi 100 giorni sono stati segnati dalle lamentele sull'erba, che hanno assunto un eco nazionale. C’è stata qualche oggettiva criticità?

«Il mio motto è “si può fare sempre meglio”. Noi abbiamo cominciato a maggio con un appalto nuovo e le tre diverse ditte hanno la necessità di conoscere il nostro territorio. Sicuramente, ci sono azioni che possiamo comunicare diversamente. Approfittando dell'autunno, cominceremo un confronto con gli amministratori di condominio ricordando che è compito dei proprietari curare la parte più vicina all'abitazione. Sono molto positiva perché credo che, nel lungo periodo, la scelta di dividere la gestione del verde si dimostrerà giusta. Credo ci sia stata tanta strumentalizzazione ma continuo a ribadire che, nonostante le grandi difficoltà finanziarie dei Comuni, non è una situazione fuori controllo. Io sono di parte, ma Settimo è molto bella. Non è una città di degrado ma, al contrario, dimostra una cura e un amore quotidiano».

A proposito di situazione finanziaria. Con i tagli del Governo, sarà ancora possibile rispettare la promessa elettorale di incrementare le risorse per le manutenzioni?

«Sono piuttosto preoccupata. Quando hai un Governo che ha scelto di indurre un nuovo patto di stabilità che taglia soprattutto i Comuni, il rischio è che gli enti locali arrivino alla fine del 2026 in gravissima crisi finanziaria. Spero che il Governo se ne renda conto, anche perché le nostre città sono sempre più costose. Faccio un esempio. Da alcuni anni, il Comune interviene con l'assistenza scolastica che nel 2019 costava circa 30.000 euro. Quest'anno Settimo l'ha sostenuta per 130.000 euro. Se il Governo non ci aiuta e ci tagliano anche solo 130.000 euro all'anno di fondo di solidarietà, è inevitabile tagliare i servizi».

Quindi, c'è il rischio di non riuscire a rispettare l'impegno elettorale?
«Non siamo ancora a quel punto. Se nel corso del mandato riusciamo ad azzerare il disavanzo, questo ci permetterà un avanzo libero da utilizzare e sarebbero risorse per le manutenzioni. Ma sarà possibile per un esercizio legato alla finanza locale e non nazionale».

Sono passati 100 giorni anche dalla vittoria del campo largo. Prova superata?
«Sì, è andata molto bene. L’assessore Cirillo sta facendo un buon lavoro. È prudente, sta approfondendo tutti i temi delle sue deleghe ed è molto presente. Posso dire altrettanto della capogruppo del Movimento 5 stelle che, avendo un ruolo consiliare, è più attenta a quelle dinamiche. Questi primi mesi, senza alcun dubbio, confermano una scelta politica corretta».

Continuiamo a parlare del gruppo consiliare. Robin Piazzo, in un'intervista, ha rivendicato l'autonomia del ruolo del consigliere. E infatti ha bocciato la delibera sul Daspo. Che ne pensa?

«Con Robin ci siamo parlati a lungo. Quello sul Daspo è uno dei pochi voti non strettamente legato alla città, dato il dibattito sia nazionale che regionale. Escludo che i consiglieri abbiano in mente di allontanarsi dalle scelte politiche, dato che candidandosi hanno condiviso un programma e noi porteremo avanti quel programma. Non ho dato nessun peso al voto di Robin e non lo darò perché, nei fatti, rispetto al governo della città, non ha nessun peso».
Quante polemiche, però, sul Daspo…
«Il Daspo è legge nazionale e non è il voto del Comune che può mutarla. Dopo un confronto con le Forze dell’Ordine, ci siamo limitati ad individuare alcuni spazi e quello è il tipico compromesso dell’amministratore pubblico che ha l’obbligo di far funzionare la città. Quando il sindaco, che è anche responsabile della sicurezza, si confronta con le Forze dell’Ordine e ne deriva la necessità di un atto, il primo cittadino fa quello che deve».

Neanche il tempo di vincere le elezioni e in questi mesi già parlava della necessità di costruire con il gruppo consiliare la classe dirigente del futuro. In che modo?

«L’organizzazione di questo Consiglio è molto diversa dal passato. In questi primi anni, abbiamo intenzione di lavorare sulla formazione del gruppo consiliare e sulla conoscenza della città, che è fondamentale per formare la classe dirigente del domani. Poi, procederemo con approfondimenti ed incontri pubblici per tenere insieme il ruolo dell’amministratore e il territorio».

Nel futuro dei consiglieri c’è la formazione, in quello di Elena Piastra, invece, cosa c’è?

«Cinque anni da sindaco. Come avevo già dichiarato al vostro giornale, mi piacerebbe continuare a crescere rispetto al tema degli enti locali. Con questa logica, ho accolto la vicepresidenza nazionale di Ali e con la stessa logica ho evitato di lavorare sulla presidenza regionale di Anci perché credo che si debbano sovrapporre troppi ruoli. Per questo, a breve, ho intenzione di lasciare la presidenza regionale di Ali perché sento il bisogno di far crescere i dirigenti politici. Lavorerò su questo sia a Settimo che a livello regionale e nazionale».

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