Ospedale di Settimo: fino a 31 notti consecutive senza riposi?
Intanto, in merito al presunto "blitz in corsia" con tanto di sequestro di documenti da parte delle Fiamme Gialle, arriva una netta smentita
Sono stati giorni particolarmente concitati quelli che ha vissuto l'ospedale di Settimo. Prima la discussione in Consiglio comunale sullo stato attuale del polo sanitario di via Santa Cristina, poi l'approvazione del bilancio consuntivo e infine l'allarme scattato per il presunto «blitz» all'interno del nosocomio da parte della Guardia di Finanza.
Lo racconta il settimanale La Nuova Periferia.
"Nessun blitz ma approfondimenti"
Alla base di una «visita» delle Fiamme Gialle, avvenuta il 25 ottobre, ci sarebbero stati i turni massacranti di alcuni operatori. Un controllo che avrebbe portato al sequestro di alcuni fascicoli, secondo i ben informati, ma che invece si è rivelato essere solo un approfondimento messo in atto dai militari nell’ambito di inchieste aperte già da tempo.
La notizia ha subito scosso la politica settimese e la stessa Saapa che ha provveduto ad una smentita immediata. «Alla società Saapa non risulta nessun blitz della Guardia di Finanza avvenuto nell'ospedale di Settimo in data 25 ottobre. Non è stato contattato nessuno, non è stato fatto nessun verbale e soprattutto non è stata portata via nessuna documentazione inerente la società Saapa», ha immediatamente fatto sapere Alessandro Rossi, liquidatore della società, contattato da La Nuova Periferia poche ore dopo la diffusione della notizia.
Nessun blitz, dunque, tantomeno è corretto parlare di perquisizione o di sequestro di documenti inerenti a Saapa.
Cisl solleva la questione dei turni
Appurato questo aspetto, adesso, però, rimane da chiarire la questione legata ai turni di lavoro, come evidenzia il sindacato Cisl Fp Piemonte.
«Siamo in possesso di turnazioni che prevedono la presenza in servizio di alcuni sanitari per 31 notti consecutive senza riposi sia per il mese di Settembre che di Ottobre, come già capitato moltissimi altri mesi in passato – interviene Tiziana Tripodi -. Qualora fosse questo l'orario realmente svolto, ci sarebbe non solo una grave violazione in materia di orario di lavoro, ma anche una preoccupazione sulla qualità delle prestazioni rese ai degenti, da professionisti che non fruiscono di adeguati tempi di riposo necessari al recupero psicofisico».