Liste d'attesa in Piemonte: "I dati della giunta Cirio sono falsati"
"Per una colonscopia dovrai accontentarti di andare a Chieri, dove c’è posto a febbraio del 2025, perché su Torino è impossibile prenotare"
I consiglieri del Pd Domenico Rossi e Daniele Valle: “I numeri della Giunta non tengono conto dei tanti cittadini che non riescono neppure a prenotare. Di “straordinario” ci sono solo gli affari che stanno facendo i privati".
Il comunicato
La realtà descritta dai due consiglieri è ben diversa:
Vuoi prenotare una visita oculistica con il servizio sanitario regionale? Prima disponibilità su Torino è il 5 marzo del 2024. Un anno di attesa. Una gastroscopia? Idem, 7 marzo del 2024. Un ecocardiogramma? 1 marzo del 2024. Una visita cardiologica con elettrocardiogramma (ECG)? Qui va meglio, c’è posto il 22 settembre del 2023. E fin qui le cose vanno bene, perché se devi prenotare una colonscopia dovrai accontentarti di andare a Chieri, dove c’è posto il 4 febbraio del 2025, perché su Torino è impossibile prenotare. Lo stesso per l’esame del fondo dell’occhio (accomodarsi a Pomaretto in data 7 maggio del 2024). Lo stesso per la risonanza magnetica (a Rivoli, il 17 agosto del 23) o per una visita dermatologica (il 30 novembre, a Pianezza).
E il comunicato prosegue: "Mentre andava in scena la nuova puntata della telenovela “Regione Piemonte vs. liste d’attesa”(ma ormai sarebbe il caso di dire Slide vs. Realtà), noi abbiamo fatto qualche ricerca e dalle segnalazioni degli utenti che in questi giorni hanno contattato il Cup Unico emerge una narrazione meno “straordinaria” di quella fornita dal Presidente Cirio e dai vertici della sanità regionale. Infatti, per Cirio è “straordinaria” la riduzione da 38 a 37 giorni di attesa su 25 prestazioni (un miglioramento di ben un giorno!), è “straordinario” il potenziamento del Cup, è “straordinario” aver riportato i tempi di attesa al 2019, ovvero quando governava la famigerata Giunta di centrosinistra di Chiamparino".
Ma anche su questo, purtroppo, fanno sapere i consiglieri, ancora una volta la fotografia sarebbe sfalsata, perché i dati fanno riferimento alle prestazioni erogate e non tengono conto dell’elevato numero di cittadini che non riescono a prenotare visite ed esami perché non trovano alcuna disponibilità o rinunciano per la troppa attesa, il che li costringe a rivolgersi alle strutture private.
"Di “straordinario”, in effetti - concludono - c’è che proprio il numero sempre crescente di servizi e prestazioni erogate dalla sanità privata, sia in regime privatistico, sia in regime di convenzione. Insomma, ancora una volta siamo al piano degli “annunci”, senza mai mettere in campo le vere azioni necessarie: l’assunzione di più personale (assunzioni vere non a termine o ricorrendo ai “gettonisti”) e la realizzazione di nuovi ospedali (finora esistenti solo nella tabellina dei finanziamenti Inail ma senza alcun progetto a supporto)".