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Liste d'attesa così il Piemonte pensa di abbatterle: ecco il piano.

Prestazioni aggiuntive delle aziende Sanitarie Regionali in orari serali e nei fine settimana. L'Asl To4 proporrà visite fino alle 20 tutta la settimana, sabato compreso.

Liste d'attesa così il Piemonte pensa di abbatterle: ecco il piano.
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Liste d'attesa così il Piemonte pensa di abbatterle: ecco il piano.

Liste d'attesa

Fra poco meno di mezz'ora, alle 14.30 di oggi, sabato 22 febbraio 2025, è prevista la conferenza stampa indetta da Regione Piemonte per illustrare il Piano che verrà messo in atto per ridurre e recuperare le liste d'attesa con prestazioni aggiuntive predisposte dalle Aziende Sanitarie Regionali in orari serali e nei fine settimana. Interverranno il presidente Alberto Cirio, l'Assessore alla Sanità Federico Riboldi e il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Franca Dall'Occo.

Bilancio Sanità

Saranno 9,488 miliardi di euro (+78 milioni) per l’anno 2025, 9,535 miliardi (+ 47 milioni) per il 2026 e 9,559 miliardi (+23 milioni) le risorse previste per il prossimo triennio alle Aziende Sanitarie Regionali (ASR). Lo ha deciso la Giunta regionale adottando una delibera che ha come oggetto proprio la governance sanitaria degli Enti del servizio sanitario regionale per la sostenibilità delle spese, l’efficienza e la tutela del diritto alla salute. Stanziamenti che saranno comunque integrati per far fronte agli incrementi di spesa previsti dalla Legge di bilancio 2025, come ad esempio quelli dei medicinali con requisito di innovatività, agenti antinfettivi, del fondo per la contrattazione collettiva nazionale, dell’aggiornamento delle tariffe relative alle prestazioni di ricovero e ambulatoriale, dell’incremento indennità di pronto soccorso, delle indennità previste per il personale e per il perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale/regionale.

La pianificazione

«Con questa delibera – ha spiegato l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi – non si sono definite solo le importanti risorse per le ASR, ma anche la pianificazione triennale della sanità regionale, compresi il monitoraggio sull’attuazione delle prestazioni nel rispetto della programmazione economica-sanitaria regionale da parte delle aziende sanitarie e le azioni minime che le direzioni delle Aziende Sanitarie devono attuare per garantire l’efficientamento delle risorse e il rispetto dei vincoli di pareggio del bilancio. Come Regione attueremo un controllo molto puntuale e attento, vigilando soprattutto sul pareggio di bilancio, previsto dalla normativa, e su tutte le azioni operative delle ASR perché come è indicato nella legge 311 del 2004, il mancato rispetto delle disposizioni comporta l’ipotesi di decadenza del direttore generale».

Ultimi aggiornamenti

La conclusione di Cirio

Se c’è un aspetto che contraddistingue il nostro governo regionale, è la capacità di avere sotto controllo i numeri, la spesa e l’efficacia. E non è che siamo stati più bravi degli altri, è che il COVID ci ha obbligato a diventare così. Una delle eredità di questa terribile esperienza, come il COVID, che voglio citare oggi, è che siamo a cinque anni esatti dalla mia prima ordinanza sull'emergenza. Se penso a cinque anni fa, mi viene in mente quel sabato pomeriggio, quella domenica in cui abbiamo costituito l’unità di crisi. Sapete dove l’abbiamo costituita? Alla Protezione Civile, perché noi ci occupavamo di emergenze sanitarie, non di emergenze in senso stretto, ma eravamo operativi a gestire quelle che erano le reali emergenze.

Ci siamo trovati con un debito in sanità nei confronti dei cittadini piemontesi e della nostra regione, una situazione che ha sospeso la vita di ciascuno di noi, sia lavorativa che professionale, affettiva e familiare, ma anche sanitaria. Questo debito di salute lo sentiamo forte, perché non è una situazione in cui le liste d’attesa non esistono. Nella nostra regione, esse sono presenti da circa quindici anni. Ho fatto un po’ di ricerca giornalistica, grazie ai giornalisti che documentano sempre con attenzione la vita della comunità. Le prime critiche e difficoltà sono emerse molto tempo fa, in una medicina di anni fa. A maggior ragione, oggi abbiamo il primo dei problemi che stiamo affrontando: la prima delle criticità è la nostra occupazione. È anche quella su cui possiamo trovare buone soddisfazioni. Da gennaio abbiamo fatte 8.000 prestazioni in più, trovando risorse, e disponibilità delle persone e i direttori ci hanno messo del loro. Questo è il nostro impegno: da qui a giugno, prevediamo 50.000 prestazioni in più.

Abbiamo chiuso il 2024 con un incremento del 6% nelle prestazioni, che sono state esattamente 2.268.104. Questo significa che la macchina sanitaria è stata più produttiva. Sono state fatte più cose, più prestazioni. Se pensiamo ai ricoveri, nel 2024 ci sono stati 200.522 ricoveri, un dato in aumento rispetto ai 200.000 del 2023, anche in crescita rispetto ai dati pre-pandemia. Significa che il sistema sta producendo di più, che le prestazioni sanitarie all’interno delle nostre strutture stanno aumentando, anche se non è ancora sufficiente.

Non è ancora sufficiente, come non è sufficiente aver assunto 1.544 persone in più nel sistema sanitario piemontese, che oggi lavorano rispetto a un anno e mezzo fa, al netto del turnover (cioè sostituendo chi va in pensione). È un pezzo della soluzione, ma non basta. Così come non basta il lavoro delle prestazioni aggiuntive. Così come non basta pagare il personale del CUP in modo adeguato rispetto al lavoro che deve fare. Chi risponde al telefono fa uno dei lavori più delicati: chi ti telefona per una visita è una persona che ha bisogno di essere curata. Probabilmente è una persona anziana, con problematiche di salute che crescono con l’età. Avere dall’altra parte una persona qualificata, ben pagata, che si rende disponibile a affiancare l’utente in questo percorso è un altro pezzo della soluzione del problema.

Così come lo è la possibilità di sollevare i cronici dall’obbligo di farsi le prenotazioni, tutti questi pezzi insieme devono portarci ai risultati. Noi continueremo a monitorare i risultati della nostra politica sanitaria, e per questo voglio ringraziare tutto il personale, perché senza di loro non andremmo da nessuna parte. La nostra forza, in questo momento, non vuol dire un pregiudizio nei confronti del privato, anzi. Il privato ben venga e può aiutare, specie nei momenti emergenziali come questo, in cui abbiamo ancora il debito della sanità legato al COVID da smaltire. Tuttavia, il privato deve essere sempre complementare, mai sostitutivo della sanità pubblica.

Quando il mio Assessore parla anche del tema, delicato e spinoso, dell'intramoenia, è un principio previsto dalla legge, assolutamente da rispettare. L'Assessore segnala giustamente come, nei momenti emergenziali, si sospenda tutto ciò che non è pubblico. Se serve, si fa, altrimenti no. Ma è un atteggiamento volto a risolvere il problema con misure anche innovative rispetto al passato.

Chiudo con l’aspetto economico: abbiamo voluto trovare più risorse per le liste d’attesa quest’anno, incrementando in maniera significativa la dotazione, come ha giustamente detto Federico. Quando dice "ringrazio il governo regionale", lo fa perché, quando ci troviamo con la "coperta corta", dobbiamo fare delle scelte. Un’amministrazione seria, nel momento in cui le risorse sono poche, sa stabilire delle priorità. Le nostre priorità sono la scuola e la salute, perché significano il benessere dei nostri anziani e dei nostri bambini, e queste sono le necessità da affrontare prioritariamente.

Quindi, oggi è un passo avanti. Nonostante un debito di mezzo miliardo che ci trasciniamo dal passato.

Asl To4, ambulatori fino alle 20.

Fuori orario l’azienda del novarese fa addirittura oltre 20 prestazioni extra erogate nei giorni feriali e arriva a 30 prestazioni, pertanto c’è un taglio orizzontale di tutte le liste in tutte le specialità. La Torino 3, lo stesso, eroga oltre 20 prestazioni e fa visite ginecologiche,  ortopediche e pneumologiche fino alle 20 in tutti i giorni feriali.

La Torino 4, quella del settimese e canavese, applica oltre 20 prestazioni e farà radiologia e cardiologia sino alle 20. La Torino 5 segue le tipologie di prestazione delle altre della provincia di Torino e fa gastroscopia, colonscopia, ECG e ecografie visite fino alle 20. 

Il piano

Progetto Sanitario Piemonte 2025:

Nel 2025, è previsto un investimento complessivo di 37 milioni di euro, di cui 1 milione più 12.000.000 di euro rispetto al 2024, finalizzato all'abbattimento della lista d'attesa per il 97,5% dei pazienti. A partire da gennaio 2025, sono già state erogate oltre 8.000 prestazioni, e si prevede di arrivare a 50.000 prestazioni entro il 30 giugno di quest'anno.

Organizzazione e Gestione del Progetto:

Ogni azienda sanitaria sarà coinvolta nel progetto, con un monitoraggio costante. Sarà fornita una sintesi al termine della conferenza stampa, evidenziando i dettagli delle adesioni e delle tipologie di prestazioni erogate. Un aspetto importante del progetto è l’incontro settimanale con tutti i Direttori Generali, i Direttori Sanitari e i Direttori Amministrativi, nonché i dirigenti dei vari settori della regione. Questi incontri si tengono ogni venerdì e sono un'occasione per discutere e aggiornare lo stato del progetto. Durante questi incontri è emerso che, dal punto di vista geografico, morfologico e sociale, il territorio del Piemonte si presenta come omogeneo. Per questo motivo, è stato deciso di lasciare ai Direttori Generali la libertà di stabilire in quale giorno erogare le prestazioni aggiuntive, tenendo conto delle esigenze locali. Alcuni direttori preferiscono erogare prestazioni la domenica o durante l'intero weekend, in base alla disponibilità e alle esigenze del territorio.

Inizia la conferenza stampa

Il presidente Alberto Cirio: "Chiediamo ai medici di lavorare nel week end e mi è sembrato giusto esserci anche noi a quest'ora del sabato pomeriggio". E proprio poco fa: Una signora di 87 anni mi ha fermato ringraziato perché la sua visita fissata fra tre mesi l'ha effettuata oggi. E se fai le cose buone, queste cose cambiano la vita dei piemontesi.

Dottoressa Franca Dall’Occo: Abbiamo accolto l’invito dell’assessore e presidente di chiedere ai nostri clinici la disponibilità di andare oltre l’orario di lavorare, anche se succede già nella normalità, per fare questa campagna di smaltimento delle visite, che si è creata dopo l’ondata Covid. Piano che porteremo per tutto l’anno 2025. Tutto funziona bene, se il DEA funziona bene. 

Assessore regionale Federico Riboldi: Si parte dal Mauriziano perché è un lavoro che viene ripetuto in ognuno dei 74 presidi piemontesi, iniziando da questa eccellenza. Sono 50.000 le prestazioni da recuperare. Questo significa che ci saranno sforzi da fare su base volontaria. Le persone si dovranno impegnare di più, che magari saremo tutti un po’ più stanchi, che si dovrà spiegare alle famiglie che qualche sabato e domenica viene dedicato alla comunità. E io che ho una bambina di due anni e mezzo, anzi quasi tre ormai, so quanto sia difficile spiegare a una figlia o figlio che ci starà lontani. Ecco, però, che a quelle figlie e quei figli restituiremo una società migliore, perché questa società sarà permeata da una sanità davvero universale, una sanità che sappia rispondere a tutti e questa credo sia la missione comune che ci spinge oggi a essere qua.

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