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L'atleta paralimpico Andrea Devicenzi ospite dell'Atletica Settimese

Ha raccontato la sua ultima impresa in Islanda svolta la scorsa estate

L'atleta paralimpico Andrea Devicenzi ospite dell'Atletica Settimese
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L'atleta paralimpico Andrea Devicenzi ospite dell'Atletica Settimese.

Andrea Devicenzi

Dopo la serata dedicata a Silvia Grua, un altro ciclista è stato protagonista in sala Levi della biblioteca con l’Atletica Settimese.

L'evento

Venerdì scorso, infatti, Andrea Devicenzi, atleta amputato alla gamba sinistra dopo un incidente avvenuto nel 1990, ha raccontato la sua ultima impresa in Islanda, dove la scorsa estate ha completato l’intero periplo, con partenza ed arrivo dalla capitale, per un totale di oltre 2200 chilometri, tutti percorsi in bicicletta.
Da questa avventura ne è nato un libro ed un docufilm, che è stato presentato proprio nel corso della serata.
Ad aprire l’incontro, Dino Sportiello, dell’Atletica Settimese, il quale ha sottolineato come l’obiettivo dell’Atletica Settimese sia certamente dare l’opportunità ai ragazzi di fare sport, ma anche raccontare storie di vita come quelle di Silvia Grua e Andrea Devicenzi, appunto, che attraverso il ciclismo (e il fatto che entrambi siano proprio ciclisti è del tutto casuale) hanno trovato gli stimoli giusti per superare gli ostacoli e le difficoltà che spesso la vita ci pone di fronte.
A chiacchierare con Andrea Devicenzi, intervistato da Vittorio Savoia, dopo la presentazione del Docufilm, c’era il presidente dell’Atletica Settimese Paolo Gandolfo.

La storia di Andrea

L’interesse nell’ascoltare la storia di Andrea Devicenzi è stato totale. Una vita da sportivo, la sua, che l’ha portato prima a cimentarsi con le gare agonistiche a livello internazionale nel para-triathlon, dove ha portato a casa anche una medaglia a livello Europeo con i colori della nazionale, e poi a cimentarsi nelle grandi avventure in giro per il mondo, dove l’Islanda, la scorsa estate, ha rappresentato una tappa davvero importante, la prima di un ciclo di cinque grandi avventure programmate fino al 2026, con l’ambizione, per ognuna di esse, di realizzare un libro ed un docufilm.
Devicenzi nel suo racconto si è soffermato su alcuni aspetti particolari, prima di tutto quello di avere al suo fianco una squadra affiatata che collabora con lui. Ma ha poi focalizzato la sua attenzione anche su temi fondamentali con cui necessariamente ci di deve rapportare in un’avventura come l’Islanda: dalla solitudine all’importanza della programmazione e della riprogrammazione, perché non tutto può sempre andare come previsto, ma tutti i sogni possono essere realizzati, quando si esprimono le proprie potenzialità nel modo migliore.

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