San Mauro Torinese

L'associazione La PulchraRada: «Viviamo l’abbazia come un bene di tutti i sanmauresi»

Il gruppo è nato per tutelare e promuovere il complesso benedettino.

L'associazione La PulchraRada: «Viviamo l’abbazia come un bene di tutti i sanmauresi»
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L'associazione La PulchraRada: «Viviamo l’abbazia come un bene di tutti i sanmauresi».

L'abbazia

La storia di San Mauro è racchiusa nel complesso abbaziale della chiesa di Santa Maria di Pulcherada. Un connubio che dura da oltre mille anni che i volontari dell’associazione La PulchraRada cercano di salvaguardare e trasmettere, non solo alle generazioni future ma anche a chi recentemente ha deciso di trasferirsi nella Città delle Fragole.

L'associazione

«La nostra associazione nasce nel 2012 in occasione del centenario del Ponte Vecchio con la volontà di valorizzare il territorio, a partire dal suo bene storico più importante - raccontano -. Abbiamo unito la passione di un gruppo di volontari che posseggono particolari competenze». La presidente Giada Boasso, infatti, è storica dell’arte; Claudio Cericola, restauratore del legno; Ginevra Debrevi, restauratrice architettonica; Myriam Sandalo, laureata in architettura; Emanuele Nervo, con interessi specifici.
«Le nostre attività si sono sempre rivolte a migliorare la comunicazione e la storia di San Mauro sotto vari punti di vista e le nostre visite sono sempre a più voci. Visite gratuite a contributo libero i cui ricavati vengono sempre reinvestiti in attività legate al progetto della chiesa», prosegue Boasso. Visite finalizzate per far conoscere la storia del complesso e le sue straordinarie opere in esso contenute. «La Madonnina è il cuore pulsante della parrocchia, in particolare l’affresco che rappresenta proprio Santa Maria di Pulcherada, e il fatto di recuperarla è per noi, e per la comunità sammaurese, una gran cosa - spiega Claudio Cericola -. Un luogo di culto di proprietà del Comune e gestito dalla Curia che noi cerchiamo di far conoscere a tutti grazie alle nostre passeggiate culturali, organizzate durante le feste della città ma anche su prenotazione a richiesta dei singoli e dei gruppi. Visite che si possono fare in parte anche senza guida grazie a dei pannelli collocati nei punti di maggior interesse».
Attività che hanno dovuto interrompersi durate i vari lockdown del 2020 e 2021 e che hanno comunque consentito all’associazione di impegnarsi su altri fronti. Ultimo in ordine di tempo il presepe vivente del 2018 grazie alla collaborazione con l’associazione Orsarese. «Le nostre attività con il pubblico sono riprese con la passata Festa delle Fragole, però questa pausa forzata è stata per noi proficuo per due motivi - spiega la presidente -. Il primo perché abbiamo ampliato il nostro gruppo con due nuovi membri, e in secondo luogo perché abbiamo avuto modo di dedicarci ulteriormente alla partecipazione di bandi atti a valorizzare il sito. Nello specifico il progetto per il recupero della Madonnina, grazie all’aggiudicazione dei bandi Cantieri diffusi di Crt e, sempre nel 2020, dei fondi ministeriali del Mibact».

Il progetto

«E proprio nella speranza che finalmente partano i lavori sulla Madonnina, in occasione della prossima festa patronale, abbiamo lanciato un appello rivolto a tutti vecchi sammauresi: siamo alla ricerca di foto storiche e di momenti famigliari vissuti all’interno della Pulcherada per trasmettere un senso di comunione, di festa e di comunità. Chiediamo alle famiglie di cercare nei propri album di famiglia foto di ricorrenze di un tempo (battesimi, comunioni, matrimoni e processioni)».
Una campagna che sarà finalizzata, non solo alla creazione di pannelli fotografici che serviranno a coprire le impalcature dei prossimi, si augurano, lavori di restauro ma anche per creare un percorso che illustri la storia della città. «Abbiamo pensato a questa iniziativa sia per far capire ai sammauresi che questo è un bene di tutti che dobbiamo vivere insieme, che per far conoscere ai nuovi residenti i tesori del territorio - spiega Cericola -. Per noi queste foto saranno molto importanti perché potremo capire meglio com’erano gli arredi e i decori della chiesa».

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