La situazione

L’assenza di personale rischia di mettere in ginocchio le donazioni di sangue in città

Parlano Patrizia Nardo e Carmelo Costa, presidenti e volti storici delle associazioni Fidas e Avis

L’assenza di personale rischia di mettere in ginocchio le donazioni di sangue in città
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L’assenza di personale rischia di mettere in ginocchio le donazioni di sangue in città.

Donazioni sangue

È stato un agosto difficile quello che ha visto impegnate le associazioni di volontariato che si occupano di donazioni di sangue.

Il problema

L'allarme, lanciato a livello regionale e seguito dall'appello di Città della Salute, riguarda, prevalentemente, l'assenza di personale sanitario. Una carenza che ha costretto i vari enti del territorio a ridimensionare il piano dei prelievi previsti nel loro cronoprogramma. Eppure, la richiesta di sangue è stata sempre crescente. Soprattutto durante il periodo estivo che ci siamo appena lasciati alle spalle, costellato da una serie di incidenti automobilistici e motociclistici che hanno incrementato la domanda. Un paradosso, insomma. Ma alla carenza di operatori sanitari si è affiancata anche quella di donatori, complice il mese di agosto e le temperature roventi che hanno spinto tanti, probabilmente, a procrastinare il prelievo. «Sangue significa vita», si legge nell'appello pubblicato dalla Regione Piemonte per sensibilizzare le campagne di donazioni, fondamentali per salvare sempre più persone. «I Servizi trasfusionali della Città della Salute e della Scienza necessitano di sangue, piastrine e plasma per i pazienti ricoverati in ospedale, per i pazienti che trasfondono cronicamente e per le emergenze», prosegue la nota regionale che invita «tutte le persone in buona salute e di età compresa tra i 18 ed i 60 anni e che pesino almeno 50 chili a prenotare la propria donazione».

La situazione a Settimo: il commento di Fidas e Avis

La carenza di personale c'è. È un problema sotto gli occhi di tutti che persiste da tempo e che rischia di aggravarsi nel corso di questo mese, a causa dei vari corsi di specializzazione che, a partire da settembre, vedranno impegnati medici ed infermieri. Ma, nonostante le difficoltà, Fidas e Avis hanno retto bene il colpo, raggiungendo comunque gli obiettivi prefissati. «Effettivamente, abbiamo registrato un leggero calo nel mese di agosto, complice il gran caldo e le elevate temperature ma, in generale, siamo riusciti a garantire il tetto delle trenta donazioni, solo in lieve diminuzione rispetto al numero di prelievi a cui eravamo abituati», ha commentato Patrizia Nardo, presidente di Fidas, consapevole dei tempi duri che si prospettano da settembre in avanti. «Sappiamo già che potrebbero esserci nuove carenze di personale, perché tanti medici iniziano i corsi di specializzazione e non saranno più disponibili per le donazioni, nonostante le emergenze sangue e piastrine», ha spiegato Nardo, riflettendo su una forma di contraddizione quasi paradossale. «La situazione è critica», ammette Carmelo Costa, presidente di Avis, confermando il quadro già delineato dalla Fidas con cui, da pochi mesi, condivide il Centro unico di donazioni del sangue, in via Galileo Ferraris. «La carenza di personale c'è, e dipende anche dal fatto che tanti medici ed infermieri sono a partita Iva e quindi, da autonomi, non sempre sono disponibili per le donazioni», spiega Costa che, nonostante tutto, appare soddisfatto per il risultato estivo raggiunto dall'Avis. «Nel mese di agosto – prosegue -, siamo riusciti a garantire tre prelievi di sangue e abbiamo sopperito bene ad ogni difficoltà. Inoltre, vista la richiesta di sangue, ormai, si procede con la donazione diretta senza esami preliminari». Una decisione che evidenzia il forte bisogno di sangue e che, allo stesso tempo, non crea nessun tipo di rischio. «A breve, abbiamo in programma una donazione straordinaria e ci sono già una quarantina di prenotati. Questo vuol dire che i donatori stanno rispondendo di nuovo bene», ha chiosato Costa, pronto, proprio come Nardo, in caso di bisogno, a collaborare con quei coinquilini con cui la convivenza procede a gonfie vele. «Se servirà, siamo pronti ad unire le forze», è la promessa e l'impegno comune preso dai presidenti delle due associazioni di volontariato, disposti a correre insieme per fronteggiare l'emergenza sangue.

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