L'evento

La Sobrero, una memoria storica molto importante per i gassinesi

La storia della Città del Cucurin è legata a doppio filo a quella dalla famiglia e dell’omonimo calzificio ai confini con La Piana

La Sobrero, una memoria storica  molto importante per i gassinesi
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La Sobrero, una memoria storica molto importante per i gassinesi

Sobrero

Sono passati praticamente 50 anni dalla chiusura dell’azienda Sobrero Est, eppure la fabbrica e la Città che la ospitava rimangono ancora oggi gli estremi di una stessa equazione. La storia della Città del Cucurin è legata a doppio filo a quella dalla famiglia e dell’omonimo calzificio ai confini con La Piana. Tutti a Gassino, sia vecchie che nuove generazioni, ne hanno sentito parlare almeno una volta. Tutti hanno udito almeno un racconto del mito che fu quell’impresa visionaria ed estremamente all’avanguardia chiusa mezzo secolo fa, tra il 1971 e il 1972, per cause mai del tutto chiarite.

L'evento

Per celebrare questo anniversario gli esperti di storia locale Piercarlo Porporato e Carlo Bosco hanno curato la mostra «Sobrero Est, una storia gassinese», rimasta allestita durante tutta la patronale. In esposizione cartelloni pubblicitari ma soprattutto calze, camicie e collant dalla collezione di Yari Picchio. Contestualmente hanno organizzato un momento divulgativo la scorsa domenica 11 settembre, insieme ai docenti Marco Gallone e Barbara Bergaglio. Un appuntamento durate il quale hanno esposto al pubblico presente il frutto di anni di ricerche intorno all’azienda che ha fatto la storia di Gassino, e durante il quale riunire, come in una grande festa di famiglia, ex dipendenti dello stabilimento e l’ultima generazione di Sobrero.

Un po’ di storia

Epopea Sobrero inizia quando il fondatore, Ettore, decide di avviare la produzione nel 1863, prima in un edificio di via San Donato, a Torino, e solo in un secondo momento, grazie al successo riscosso dall’azienda, a Gassino, dove arriverà nel 1911. Qui la famiglia Sobrero costruisce diversi stabili: il capannone industriale, la casa padronale, la casa operaia, la mensa, accanto ai quali sorgono il campo da calcio, quello da tennis, la pensilina per attendere il bus. L’attenzione dei Sobrero, infatti, non è solo alla produzione ma anche ai dipendenti, tanto che i vertici dell’azienda pagano alla Società Operaia di Gassino un corrispettivo per ospitare le giovani settimesi che non potevano attraversare il fiume per rincasare durante le piene.
Già prima della seconda guerra mondiale lo stabilimento conta più di 700 dipendenti e una produzione diversificata. Calze da uomo e da donna, abiti, culottes e slip, costumi da bagno. Poi la camiceria, le lenzuola e i maglioni, i paracadute per i soldati. Poi, negli anni ‘50, la rivoluzione del collant, prodotti che compaio anche sulle passerelle, sulle riviste patinate, nei Caroselli. La Sobrero sognerà di espandersi in altri continenti e riuscirà a brevettare alcune macchine e lavorazioni sui tessuti – 32 dei quali sono stati recuperati proprio in questi giorni all’ufficio brevetti di Torino –, prima di chiudere. Lasciando però in eredità agli ultimi Sobrero, Carlo, Roberto e soprattutto Paolo, tra gli ultimi a lavorare in azienda, «Un grande senso di comunità. Oggi – ha affermato subito dopo l’incontro pubblico tenutosi al Primo Levi – mi è sembrato di tornare indietro nel tempo e di sentire la mia famiglia accanto, vicina ai dipendenti che ci hanno sempre dimostrato grande affetto».
Il bilancio di Porporato e Bosco
Sia la mostra che l’evento connesso sono stati per Porporato «Un successo oltre ogni aspettativa. Sapevamo che c’era interesse da parte dei gassinesi, ma il pubblico che abbiamo avuto è stato eccezionale. Abbiamo già parlato con l’Amministrazione per riproporre una serata simile prima di Natale. Anche perché la storia di questa impresa locale, ma il cui respiro è stato nazionale e internazionale, è conosciuta solo in minima parte a Gassino. E’ importante tramandarne e conservarne la memoria». Parole entusiaste anche da Carlo Bosco. «L’affetto che ci ha dimostrato il pubblico ci spinge a riproporre altre iniziative simili. La prossima è già in programma e verterà su un’altra azienda di moda e confezioni sartoriali nata qui a Gassino: la Sant’Agostino».

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