La crisi Delgrosso tocca anche Gassino: "Ci sentiamo presi in giro, il lavoro c'è"
Tra i 108 dipendenti che rischiano il loro posto c'è un lavoratore di Bardassano nonché sindacalista Fiom
Lo scorso 9 marzo l’Amministrazione di Nichelino, dove ha sede l’azienda, ha convocato per un tavolo di confronto i 32 Comuni che contano almeno un lavoratore.
Nella foto il presidio dello scorso 8 marzo davanti al municipio di Nichelino
Delgrosso: anche un gassinese rischia il posto
La vertenza sindacale Delgrosso, azienda di Nichelino produttrice di filtri per l’automotive, coinvolge anche Gassino. Tra i 108 lavoratori che rischiano il licenziamento Carlo Silvestro, residente a Bardassano, da 26 anni dipendente dell'azienda e da 15 delegato Fiom, sempre in prima linea ai presidi di protesta organizzati di fronte l’azienda. Così come alla manifestazione tenutasi l’8 marzo di fronte e poi all’interno del Municipio di Nichelino.
Coinvolti 32 comuni
Una data simbolica quella dello scorso venerdì, poiché coincidente con l’ufficializzazione dell'istanza di liquidazione dell’azienda Delgrosso. Condizione che ha spinto l’amministrazione comunale di Nichelino a convocare attorno ad un tavolo i 32 comuni della cintura in cui risiede almeno un dipendenti dell’impresa (inclusi San Mauro, Gassino e Torino), con lo scopo di ricercare e proporre azioni e interventi risolutivi.
Proprio in quella sede Silvestro ha raccontato l'angoscia delle persone coinvolte dal crac.
La rabbia dei lavoratori
«Ci sentiamo profondamente presi in giro, perché fino a dicembre la proprietà ci parlava di una ripresa. Ci fa rabbia il fatto che questo fallimento non nasca da una mancanza di lavoro» le parole del sindacalista gassinese, che ha riassunto anche la cronistoria della crisi aziendale.
«Le prime avvisaglie – spiega – nel 2019 con l’arrivo di Stellantis ed il taglio delle prime commesse. Per fortuna abbiamo compensato con altri clienti importanti come Cnh e Iveco, ma contestualmente abbiamo iniziato ad avere problemi di liquidità».
I 108 lavoratori coinvolti dalla vertenza, infatti, sono in attesa di due terzi delle tredicesime, un terzo degli stipendi di gennaio e dell’intera paga di febbraio, nonché «Del versamento delle quote dei quinti dello stipendio», cioè quelli trattenuti dalle finanziarie per i prestiti concessi, «col risultato che molte hanno messo alle strette i lavoratori, che nulla ne possono però del mancato versamento delle quote da parte dell’azienda – afferma Silvestro –. Da un anno, inoltre, siamo in contratto di solidarietà, quindi in cassintegrazione, perché i fornitori non ci inviavano più i materiali. Una situazione paradossale. La proprietà ci tranquillizzava dicendo che si trattava solo di un momento di difficoltà, che le cose sarebbero presto migliorate. Ovviamente così non è stato. Non ci rimane che sperare che qualche imprenditore interessato rilevi l’azienda».
Serve un "salvatore"
A dicembre 2023, in particolare, i dipendenti avevano tirato per un attimo il fiato: un’azienda veneta pareva intenzionata ad acquisire la Delgrosso. «Dopo aver completato, però, tutte le verifiche sulla situazione debitoria, e dopo aver ricevuto feedback negativi dai fornitori, i potenziali acquirenti hanno fatto un passo indietro». Anche di qui «La presentazione dell'istanza di liquidazione da parte dell'azienda – ha proseguito il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo – ed ora occorre fare in fretta per sanare la situazione». Unica soluzione percorribile, ribadisce Carlo Silvestri, «è che si faccia pressione sugli imprenditori interessati a rilevare la Delgrosso, affinché completino l’operazione e salvino azienda e lavoratori».
All’appuntamento ha partecipato anche Paolo Cugini, primo cittadino di Gassino, registrandone le istanze.
«La Delgrosso - ha affermato all’uscita dal presidio - è un’azienda che di lavoro ne avrebbe. Cercherò di prestare attenzione a livello locale e metropolitano alla vicenda, non solo per tutelare le 108 famiglie coinvolte dalla vertenza, ma anche per non perdere un tessuto industriale che funziona e in questo momento ha solo qualche problema di liquidità».
Presente inoltre il consigliere regionale Diego Sarno, Pd, che sottoporrà la questione alla Regione. «Chiederemo all'assessora al Lavoro Elena Chiorino di intervenire subito, visto che a breve partirà la procedura di fallimento. La Regione deve essere molto veloce per accelerare la pratica e fare in modo che chi volesse subentrare non perda le commesse di lavoro già vendute», del valore di circa 6,5 milioni.
Intanto il sindacato metalmeccanici ha avviato una campagna di raccolta fondi a favore dei dipendenti. Iniziativa di cui si è fatta tramite la Città metropolitana di Torino con i 32 comuni coinvolti.