Gassino

La Cri alla ricerca di volontari e con il sogno della nuova sede. Perin: «Difficile realizzarlo con tutte le spese a carico nostro»

Parla il presidente della Croce Rossa collinare, scettico sulla realizzazione di una nuova «casa» per il Comitato locale

La Cri alla ricerca di volontari e con il sogno della nuova sede. Perin: «Difficile realizzarlo con tutte le spese a carico nostro»
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La Cri alla ricerca di volontari e con il sogno della nuova sede. Perin: «Difficile realizzarlo con tutte le spese a carico nostro».

Cri Gassino

Durante la pandemia gli italiani si sono riavvicinati al volontariato e ad enti come la Croce Rossa, con l’intenzione di mettersi al servizio del prossimo. Lo stesso hanno fatto le istituzioni, Comuni compresi, lodandone e supportandone il lavoro. Entrambi i buoni propositi, a sentire però il presidente del comitato locale di Croce Rossa Luciano Perin, sono durati davvero poco. Nel presidio di via Monte Cervino oggi scarseggiano i volontari. Ed anche il sogno di una nuova sede, di cui si è a lungo vociferato in questi anni, potrebbe rimanere chiuso in un cassetto: l’Amministrazione intende mettere a disposizione il terreno su cui realizzare l’edificio, ma toccherà alla Cri finanziarne la realizzazione con fondi propri.

L’intervista

Perin, la pandemia vi ha visti più che mai in prima linea e l’Oms non ne ha ancora dichiarato la fine. A che punto siamo, secondo lei?

«Le uscite del 118 per sospetti casi Covid si sono ridotte da una decina a 3 o 4 al giorno, cioè meno del 50%. Guardando questi dati non si può dire, però, che l’emergenza sia conclusa».

Quindi il carico sulle vostre spalle non si è alleggerito.

«Non direi, specie perché dopo la pandemia sono diminuiti i volontari disponibili. Se prima ne contavamo quasi 200 adesso invece sono scesi a 160, di cui puntualmente attivi solo un centinaio. Il calo è del 30%, sopperito solo in parte dal lavoro dei dipendenti. Non si tratta, però, di una peculiarità gassinese. Accade in maniera diffusa perché, col mutare dei tempi, sono cambiate la disponibilità e le priorità dei volontari. Sia tra i pensionati che tra i giovani».

Il bando del Servizio civile universale non vi aiuta a «reclutare» giovani?

«L’anno scorso attendevamo da tale bando 6 persone per 25 ore la settimana, a 435 euro al mese. Si sono candidati solo in 4 ed uno di loro non si è neppure presentato. Per il 2023 cerchiamo altre 6 persone, ma temiamo siano nuovamente in pochi a presentarsi. Sono circa 6, invece, i ragazzi che ci supportano attivamente in sede».

Se la situazione è questa, come fate a coprire le chiamate ed i servizi?

«Ci aggrappiamo a qualunque appiglio pur di continuare a garantire il servizio. Abbiamo aumentato il carico di lavoro per i volontari rimasti e i dipendenti, riorganizzato i servizi e con la collaborazione di tutti sono state poche le chiamate cui abbiamo dovuto rinunciare. Anche perché dall’altro lato della cornetta ci sono persone in difficoltà».

A proposito di difficoltà: l’Amministrazione vi è vicina? Si è parlato di una nuova sede, da realizzare in corrispondenza del futuro polo commerciale ai confini con San Raffaele. E’ un sogno in cui possiamo credere?

«Francamente penso che non riuscirò a vedere la nuova sede. Il Comune mette a disposizione i terreni su cui edificare la struttura ma di finanziarla dovremmo occuparci noi. Per costruirne una funzionale ci vogliono però un paio di milioni di euro. Dove li troviamo? Le alternative sono fare un mutuo, ricevere un consistente aiuto dai Comuni oppure contare sulla generosità di un privato. Insomma, quello della nuova sede è un sogno che credo non realizzeremo mai».

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