Il Tar conferma la chiusura degli uffici postali
Delusi i residenti e il sindaco Stefano Lo Russo
Colpo di scena con beffa per i residenti. A Torino si è consumato un nuovo capitolo nella vicenda della chiusura di cinque uffici postali, inizialmente congelata dal Tar Piemonte su richiesta del Comune. Gli sportelli interessati sono situati in diverse aree della città: via Guicciardini, corso Casale, via alla Parrocchia, via Verres e via Nizza e hanno chiuso definitivamente le porte, suscitando rabbia tra i residenti, soprattutto anziani, che dipendono da questi servizi essenziali.
Il Tar conferma la chiusura degli uffici postali
Ma riassumiamo la vicenda: alcune settimane fa il Comune di Torino, con il sindaco Stefano Lo Russo, si era rivolto al Tar per bloccare la chiusura annunciata dalle Poste, ottenendo inizialmente una sospensiva valida fino all’8 gennaio, per la soddisfazione dei residenti. Poi un inatteso dietrofront: Poste Italiane ha presentato un’istanza di revoca della sospensiva, accolta dal Tar, che ha annullato il provvedimento, consentendo la chiusura degli uffici a partire dal 16 dicembre.
Gli uffici erano stati oggetto di proteste e petizioni da parte dei cittadini, supportati dalle Circoscrizioni 7 e 8, che avevano richiesto a Poste di rivedere il piano di chiusura. Dal canto suo, Poste Italiane ha giustificato la decisione, evidenziando la necessità di un piano di riorganizzazione per promuovere strumenti digitali e ridurre i costi operativi. Il problema è che nei quartieri con un’elevata percentuale di anziani (come diverse zone della periferia nord) l’utilizzo delle app risulta ancora decisamente limitato.
E così per molti torinesi è stata una vera beffa: numerosi residenti, ignari della revoca della sospensiva, si sono recati in questi giorni presso gli uffici chiusi, trovandosi di fronte ai cartelli che annunciavano la cessazione delle attività.
Numerose lamentele
Molti si sono lamentati della mancanza di alternativi e dell’impatto che questa decisione avrà sulla vita quotidiana. Gli anziani, in particolare, hanno espresso preoccupazione per la difficoltà di accedere a servizi fondamentali come il pagamento delle bollette e il ritiro delle pensioni. «Siamo decisamente amareggiati per questa decisione – ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo – ma continueremo sulla nostra strada, confidando che l'8 gennaio, approfondendo il caso, il Tar riconosca la necessità di tutelare quello che è un servizio essenziale per i cittadini. Le decisioni, guidate esclusivamente da criteri economici, non possono ignorare i diritti e le esigenze delle comunità locali”. La questione quindi resta aperta, con l’auspicio che si trovi una soluzione più equilibrata che tenga conto delle necessità dei cittadini».