L'attacco nella notte

Fermata la seconda Flotilla: a bordo un medico settimese

Francesco Prinetti, 28 anni, professionista sanitario anche del territorio, è sulla nave Conscience partita per portare farmaci e aiuti ai colleghi di Gaza

Fermata la seconda Flotilla: a bordo un medico settimese

La seconda Flotilla partita per Gaza è stata fermata nella notte dalle forze israeliane. A bordo di una delle imbarcazioni, come raccontato sulle colonne de La Nuova Periferia (in edicola da ieri, martedì 7 ottobre 2025), c’è anche Francesco Prinetti, medico che ha lavorato a Settimo Torinese e con cui in queste ultime ore la nostra testa ha perso ogni contatto.

Seconda Flotilla

«È stata una giornata frenetica, ci stiamo avvicinando nella zona ad alto rischio d’attacco e ci stiamo preparando ad un possibile attacco già stanotte». Questo l’ultimo aggiornamento ricevuto da Prinetti nella serata di ieri, martedì 7 ottobre 2025, durante un collegamento con il Pd settimese.

Poche ore dopo, sono iniziate le operazioni di abbordaggio delle forze israeliane a circa 120 miglia da Gaza (così come documentato dalle telecamere che stavano seguendo il viaggio delle imbarcazioni) e sono inevitabilmente ore di apprensione per tutte le persone che hanno preso parte alla missione umanitarie.

Francesco Prinetti, 28 anni, che ha lavorato fino a poche settimane fa anche a Settimo, è tra i tre medici italiani a bordo della nave Conscience che trasporta circa cento persone tra professionisti sanitari e giornalisti, in solidarietà con le categorie professionali maggiormente colpite dal genocidio. L’obiettivo della missione era quello di portare farmaci ma anche un sostegno concreto ai colleghi sanitari che stanno lavorando negli ospedali della Striscia di Gaza.

Il racconto a La Nuova Periferia

«Siamo partiti da Otranto martedì 30 settembre e abbiamo raggiunto le altre otto barche che, invece, erano partite qualche giorno prima da Catania», raccontava nei giorni scorsi il medico, spiegando il duplice l’obiettivo che lo ha spinto ad intraprendere, insieme ad altri tre colleghi italiani, il viaggio umanitario.

«Come medico, la mia missione rappresenta un gesto di solidarietà ai professionisti palestinesi. Abbiamo fatto una diretta con i colleghi dell’ospedale di Al-Awda, della striscia di Gaza, che ci hanno raccontato l’enorme resilienza e resistenza che stanno portando avanti. Stanno lavorando senza strumentazione, senza macchinari e sono costretti a ventilare a mano, dandosi i turni, le persone che ne hanno necessità. Tutto questo mentre gli ospedali sono bombardati e i medici senza case – racconta -. Ma il mio è anche un gesto da cittadino italiano per manifestare la mia contrarietà al sostegno che il Governo sta dando ad Israele continuando a vendere le armi e attraverso collaborazioni politiche e diplomatiche strategiche».

L’intenzione, quindi, era quella prima di scaricare i farmaci ma poi di  fermarsi a Gaza «per aiutare i colleghi e le colleghe che stanno continuando a lavorare in quelle condizioni con una grande resilienza».

«La paura c’è, questo è innegabile. Stiamo andando incontro ad un probabile intercettamento delle forze armate più crudeli di questo momento storico. Ne siamo consapevoli, ma vedere la determinazione dei nostri compagni della Global Sumud, la risposta delle piazze e di quello che chiamiamo “l’equipaggio di terra” ci dà enorme motivazione e ci fa sentire che non siamo soli», aggiungeva Prinetti nelle scorse ore, richiamando la mobilitazione nazionale anche nella giornata di oggi, mercoledì 8 ottobre 2025. «Esiste un’Italia che si oppone a questo genocidio e resiste. C’è tanta determinazione nel continuare questa missione anche se sappiamo che, verosimilmente, potrebbe esserci anche un nostro sequestro. Per questo motivo – annunciava -, stiamo chiamando ad una mobilitazione per la giornata dell’8 ottobre, in modo da far sentire la nostra voce anche sulla Terra».

Sono inevitabilmente momenti concitati. Nel corso della giornata seguiremo su questo sito gli sviluppi della situazione.