Deiezioni canine, ora la pipì va lavata. Il nuovo provvedimento è stato approvato a Settimo giovedì 24 luglio 2025 in Consiglio comunale.
Deiezioni canine, ora la pipì va lavata
Non solo più il sacchetto, ma adesso a Settimo per i proprietari dei cani scatta anche l’obbligo di dotarsi di un contenitore d’acqua per ripulire l’urina del proprio animale. Un provvedimento per limitare l’impatto odoroso della pipì e la corrosione degli arredi urbani.
La novità è stata introdotta nel Regolamento cittadino sulla tutela e il benessere animale. «Con questa proposta, con cui si chiede ai padroni di diluire con acqua l’urina del cane, non pensiamo di risolvere tutte le problematiche ma è un tassello in più che può aiutare», ha illustrato il vicesindaco Giancarlo Brino nella Commissione consiliare che si è svolta la scorsa settimana e che ha preceduto l’approvazione della delibera in Consiglio comunale.
In particolar modo, come hanno aggiunto i dirigenti comunali, l’obiettivo è soprattutto quello di «tutelare gli arredi, perché il Ph della pipì tende a danneggiare gli oggetti». «Guai», però, almeno per ora, a concentrarsi solo sulle sanzioni. Il nuovo articolo del Regolamento a tutela del benessera animale prevederà infatti un periodo transitorio di sperimentazione con campagne di informazioni e di sensibilizzazione tra la cittadinanza. E solo successivamente si provvederà con le multe. «Andiamo ad imporre un comportamento che pochissimi detentori di animali hanno in uso e per questo ci vorrà una fase di educazione – riflette il comandante della Polizia Municipale, Renato Pontoriero -. Moltissimi dovranno assumere questa abitudine, portarsi dietro una bottiglietta o dei contenitori. È una nuova cultura che non si fa dall’oggi al domani. Bisogna lottare contro madre natura».
L’opinione dei cittadini
Il nuovo provvedimento fa già discutere e divide l’opinione pubblica, come emerso dall’ampio approfondimento riportato sulle colonne de La Nuova Periferia. Per tanti, infatti, si tratta di una misura tanto di buon senso quanto difficile da far rispettare.
«Se l’obiettivo è tutelare il decoro urbano, non per fare benaltrismo, ma penso che il Comune potrebbe iniziare con il tagliare l’erba sui marciapiedi senza delegare la responsabilità ai condomini o ai cittadini. Al villaggio Fiat abbiamo la giungla e credo che i cani siano il problema minore – afferma un cittadino – . Diluire la pipì del cane con l’acqua può essere utile per mitigare il cattivo odore, perché comprendo che alle persone dia fastidio ma vorrei capire come sia praticabile la soluzione. I cani fanno la pipi in punti diversi e se io devo pulire ovunque vuol dire che quando esco porto con me un sacchetto e 3 litri d’acqua? – domanda –. Il mio è un cane di taglia medio-piccola, quelli più grandi probabilmente fanno anche più pipi e questo vuol dire che i proprietari si dovranno portare una tanica ogni volta».
Per altri, invece, «è giusto provare». «Non posso che essere favorevole. Mia figlia abita in pieno centro e il portone di casa sua è “massacrato” dalle pipì perché, con la base in metallo, l’urina arrugginisce tutto – ci confida un settimese -. Certo, uscire con la bottiglietta dell’acqua da mezzo litri dietro è davvero da santi in paradiso, ma magari adesso inizieranno a girare dei contenitori più leggeri da portarsi dietro».
«Mi è capitato già di usare l’acqua, soprattutto se il mio cane fa pipì sul marciapiede. Lo trovo poco civile e provvedo a pulire. Il fatto che diventerà un obbligo ha dei pro e dei contro – riflette un’altra cittadina –. Come “pro”, può togliere l’odore che magari è molto forte. Però, se uno non è vicino alla fontanella a ha finito l’acqua cosa fa? Corro alla fontanella vicina e poi torno dove il cane ha fatto pipì per non prendere una multa? – domanda –. Mi sembra un po’ esagerato più che altro perché, ad esempio, alle Fiat l’unica fontanella è il punto Smat. Se mi trovo tra il De Gasperi e il Pertini, il cane non può entrare ai parchi. Corro al bar? È giusto, ma fino ad un certo punto. Più che leggi imposte serve il buon senso del padrone perché il problema del degrado urbano non sono i cani, ma i proprietari».