Cos'è cambiato col nuovo codice della strada? La parola ai baristi settimesi
C'è chi ha deciso di ampliare l'offerta di bevande analcoliche, chi è arrabbiato e chi al momento non ha notato particolari cambiamenti
È un «happy hour» – o dopo cena, a seconda degli orari – sempre più analcolico quello che stanno servendo ai loro clienti alcuni locali di Settimo Torinese.
Cos'è cambiato col nuovo codice della strada?
Con l'entrata in vigore del nuovo codice della strada, e la tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza, per qualcuno l'ora dell'aperitivo ha un sapore diverso. La stretta introdotta dal ministro Matteo Salvini rispetto al tasso alcolemico da non superare per non rischiare la sospensione della patente spinge sempre più persone a rinunciare al bicchiere di vino o alla birra in più con gli amici. Con inevitabili ricadute soprattutto per quelle attività commerciali specializzate nella vendita di cocktail. Conseguenze di cui non si ha ancora contezza a livello economico ma, in attesa di capire se ci sarà una riduzione dei profitti, sicuramente diversi esercenti del territorio hanno già una prima istantanea della situazione e delle nuove abitudini dei loro clienti.
I commenti dei baristi
«Se prima uno su sei beveva un analcolico, adesso lo consumano almeno tre persone su sei – ci dice Nick Agricola, titolare del locale Officine Pulp -. Appena è uscita la nuova legge, mi sono confrontato con il mio staff e per forza di cose abbiamo deciso di implementare la proposta analcolica dato che è aumentata la percentuale di clienti che non vogliono rischiare bevendo alcol. Bisogna per forza fare una riflessione in merito ed è stata fatta».
Per il Pulp, dunque, in questo momento la parola chiave è «reinventarsi», senza «piangersi addosso o arrabbiarsi». Motivo per cui Agricola preferisce non sbilanciarsi sul nuovo codice della strada. «Per quanto riguarda la legge, sono combattuto – ammette -. Da un punto di vista lavorativo sarà difficile il da farsi, per utilizzare un termine “friendly”, ma bisogna rimboccarsi le maniche e provare a fare qualcosa di diverso».
Decisamente più infervorata, invece, Lorena Forlin del Logjko, altro rinomato cocktail bar settimese, che non sembra particolarmente propensa a riscrivere il proprio menù anche perché generalmente «il cliente, il gin tonic lo vuole alcolico».
«La diminuzione nella vendita di alcolici era già iniziata ma adesso c'è una forma di terrorismo», afferma la Forlin, lamentando anche l'assenza di «servizi per fare in modo che se una persona magari vuole fare una cena e bere due bicchieri di vino possa tornare a casa con i mezzi». Una carenza non indifferente che secondo alcuni spegne ulteriormente la vita sociale cittadina, specialmente per quanto riguarda le fasce più giovani. «Già i tempi sono quelli che sono ma Settimo è molto in declino soprattutto la sera – argomenta -. Bisogna sicuramente essere responsabili, ma ormai si sta degenerando. Cosa ci vorrebbe da parte delle istituzioni? Un miracolo».
Di tenore differente, invece, la posizione espressa da alcuni bar del centro città che, in queste prime settimane, sembrano non aver risentito dell'entrata in vigore delle nuove norme.
«Al momento non ho notato grandi differenze ma c'è da dire che noi non siamo un locale serale – commenta Elisa Saracino, del Caffè Vergnano -. La maggior parte della nostra clientela è gente adulta che al normale aperitivo magari beve una bevanda. Poi molti abitano in zona e vengono a piedi. Adesso vediamo cosa succede andando avanti ma, in ogni caso, ci adegueremo alle esigenze generali».
Dello stesso tenore anche l'opinione del Petit bar e del Gorilla Bakery che pongono l'accento sulla momentanea assenza di controlli. «È ancora presto per giudicare ma al momento non abbiamo rilevato cambiamenti – dicono dal Gorilla -. La sera del 24 dicembre eravamo aperti e non mi è sembrato di vendere in modo diverso dal solito».
La sensazione di qualcuno è che «fino a quando non arriva la sanzione, non ci si preoccupi più di tanto». Una riflessione che qualche commerciante traduce in modo ancora più diretto: «Da quando è entrata in vigore la legge, quanti controlli ci sono stati? Ad esempio, qui in giro per via Italia quante pattuglie in più avete visto?».