Torino

Al Sant'Anna una stanza di ascolto per le donne che vogliono abortire: "Ennesima umiliazione"

Dopo la recente convenzione sottoscritta dalla Regione arriva la severa condanna del Pd

Al Sant'Anna una stanza di ascolto per le donne che vogliono abortire: "Ennesima umiliazione"
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All'Ospedale Sant'Anna di Torino c'è una stanza pensata per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza, contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza. Ma si tratta di un provvedimento che sta trovando forte contrapposizione tra chi promuove la libera scelta e il diritto all'autodeterminazione delle donne, nonché il rispetto della Legge 194/78.

Un supporto e un aiuto a chi pensa all'aborto

È stata sottoscritta alla presenza dell'Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, del Direttore generale dell'AOU Città della Salute dott. Giovanni La Valle, del Direttore Sanitario dell'Ospedale Sant'Anna Dott. Umberto Fiandra e del presidente regionale della Federazione del Movimento per la Vita (FederviPA) Claudio Larocca un'apposita Convenzione tra l'"AOU Città della Salute e della Scienza di Torino" e la "Federazione regionale del Movimento per la Vita (FederviPA)/Centro di Aiuto alla Vita di Rivoli".

La finalità è di fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti.

Il doppio primato del Sant'Anna

L'Ospedale Sant'Anna è il presidio sanitario primo in Italia per numero di parti con 6590 nuovi nati nel 2022 e anche l'ospedale piemontese in cui si effettua il maggior numero di interruzioni di gravidanza, con circa 2500 casi nel 2021 (il 90% delle ivg effettuate nella città di Torino e circa il 50% di quelle a livello regionale).

Dichiara l'assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone:

Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni. Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità, soprattutto in questa stagione di preoccupante inverno demografico.
La convenzione con l’AOU Città della Salute completa il ciclo di iniziative lanciate dal 2020 con lo stop alla RU486 nei consultori raccomandata dalle linee guida Speranza, con la registrazione dei Centri di Aiuto alla Vita presso le Asl e l’avvio del fondo regionale Vita nascente, consacrando il Piemonte come avanguardia della tutela sociale della maternità, che diverse altre regioni italiane stanno prendendo a modello.

La dura condanna di Conticelli del Pd

"La 'stanza dell’ascolto' dei Movimenti per la vita all’interno dell’Ospedale Sant’Anna, promossa dall’assessore regionale Marrone, è l’ennesima umiliazione nei confronti delle donne e della loro libertà di scelta e di autodeterminazione. Non si tratta di uno “sportello” di accoglienza, che altrimenti sarebbe gestito dall’ospedale o dall’Asl, ma di un affidamento diretto al Movimento per la Vita, dunque una forma di violenza psicologica istituzionalizzata" tuona Nadia Conticelli, Capogruppo del Partito Democratico nel consiglio comunale di Torino.

"I luoghi per l’accoglienza delle donne, la tutela della loro salute riproduttiva, della genitorialità consapevole, sono già presenti all’interno del Servizio sanitario nazionale - precisa la consigliera - sono i Consultori, ad accesso libero e diretto. L’assessore Regionale ha il dovere di garantire le risorse necessarie, invece di umiliare il servizio pubblico per valorizzare associazioni ideologiche per finalità elettorali".

"Se all’Ospedale Sant’Anna viene effettuato il 50% delle interruzioni volontarie di gravidanza piemontesi - aggiunge poi Conticelli - è perché non viene assicurata una percentuale idonea di medici non obiettori nelle altre strutture. Di questo la giunta Cirio dovrebbe preoccuparsi, di garantire il servizio pubblico previsto dalla legge, di difendere i diritti delle cittadine piemontesi, la loro salute e la libertà delle loro scelte di vita".

A schierarsi duramente contro la stanza per l'ascolto è anche la Deputata piemontese Pd Chiara Gribaudo: "L’apertura della stanza d’ascolto contro l’aborto all’Ospedale Sant’Anna di Torino è inaccettabile - scrive - La presentazione in pompa magna, alla presenza dell’assessore Marrone e delle Associazioni Pro Life, è uno schiaffo alla libertà delle donne, ai diritti, alla sanità pubblica. Così come è inaccettabile che uno spazio di ascolto in realtà non ascolti nessuna ma diventi uno strumento di persuasione rispetto a un diritto che, con raggiri ruffiani e discutibili, viene sempre messo in discussione. L’ingerenza del “Movimento per la vita” negli ospedali è un fatto grave perché minaccia la tranquillità e la fiducia con cui una donna si dovrebbe sottoporre a una libera scelta, perché sono figlie della peggior cultura reazionaria. Oggi la destra dà nuovamente spazio a questi personaggi".

"Cirio ha abbandonato la sanità pubblica - conclude Gribaudo - e ora la sfrutta per la sua propaganda. La destra parla di natalità ma nei fatti non fa niente: zero misure di welfare per le famiglie, zero sostegni e incapacità nell’utilizzare le risorse PNRR per gli asili nido. È la destra che odia i diritti. Il nostro compito è difendere la civiltà, il progresso e la libertà in #Piemonte così come nel Paese".

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