Società

A Settimo parole e musica per parlare di maternità

Al teatro Garybaldi è andata in scena una rappresentazione promossa dal Forum Donne che ha offerto molti spunti di riflessione

A Settimo parole e musica per parlare di maternità
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Una serata a due facce, tra musica e parole, per provare a sfatare alcuni tabù che riguardano il tema della maternità.

Serata di testimonianze e confronto

«M'am(m)a, non M'am(m)a», organizzato dal Forum Donne, ha voluto mostrare senza filtri i limiti di una società in cui per sentirti appagata come donna devi quasi necessariamente essere madre. Lo ha fatto domenica scorsa, 14 gennaio 2024, al teatro Garybaldi, attraverso una serie di video testimonianze intervallate dal coro The Queens Chioir che ha omaggiato alcune grandi artiste.

Un appuntamento fuori dagli schemi – e dalle ricorrenze tradizionali – che il Forum ha dedicato alle diverse esperienze di vita. Non solo donne, ma nelle testimonianze raccolte ci sono anche uomini che hanno raccontato la difficoltà del percorso di adozione per le coppie omosessuali. E poi ci sono storie di figlie che sono diventate mamme dei propri genitori o fratelli.

Storie di chi un figlio ha scelto di non farlo e non per questo si sente meno donna, a dispetto di quello che dice parte della società. Storie di chi è diventata mamma tardi, e non senza complicazioni. Storie di chi un figlio non lo voleva ma è poi arrivato, tra paure iniziali e gioie finali. E ancora il racconto di chi, dopo un aborto in età giovanile, figli non ne ha potuto più avere e adesso convive con i sensi di colpa.

Ogni vissuto mette in luce una lacuna di questa società, ne racconta i pregiudizi e i tanti stereotipi ancora da sconfiggere sul ruolo della donna. «Diventare mamma non è un obbligo», fa notare una delle protagoniste delle testimonianze. «Perché per una coppia gay è possibile l'affido e non l'adozione?», domanda un altro intervistato.

Molte donne, invece, riflettono sul concetto più ampio di maternità, perché per loro «tutti possiamo essere madri e padri non solo quando concepiamo un figlio, ma in ogni momento della nostra vita».

L'intervento della sindaca

«L'Italia ancora non è pronta», è il commento che ritorna come una costante nel corso della serata ed è il messaggio che viene ribadito anche ai margini dell'evento. Un appuntamento che ha evidenziato il lavoro da fare anche a livello istituzionale, in un periodo in cui – interviene la sindaca Elena Piastra - «sul tema della maternità, si vede quanto sulla donna si continui a fare politica».

Ed è proprio alla politica che spettano alcune azioni per agevolare chi, invece, i figli li vuole avere ma teme di perdere il proprio posto di lavoro. «La maternità ci espone ad una grandissima fragilità e ancora oggi ci sono delle barriere da superare nella nostra città. Essere mamma di un bambino disabile, ad esempio, porta al 100% l'impossibilità di tornare a lavoro. E poi, c'è il tema dell'autonomia nel movimento: nelle nostre città, ancora oggi, se non ho la patente ho 1 possibilità su 10 di trovare lavoro», prosegue Piastra, analizzando alcune criticità del «contesto in cui viviamo».

«In una società in cui ci si chiede di fare figli, voglio dire che le donne non sono macchine che devono fare figli a prescindere – prende la parola Natascia Molino, presidentessa del Forum Donne -. Tutti i giorni muoiono dei bambini in mare, in tutte le guerre di questo mondo e ne siamo tutti responsabili. Se vogliamo che le donne facciano figli, bisogna garantire alle donne di continuare a lavorare. Prima di chiedere, forse, lo Stato e la società dovrebbe dare e costruire quella rete che oggi non c'è più. E poi, si dovrebbe parlare di amore ai bambini indipendentemente da chi lo dà, perché l'importante è che i bambini siano felici. Altrimenti – conclude Molino -, non parliamo di bambini ma parliamo di altro».

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