Battaglia

A Settimo continuano le proteste contro la cementificazione

Proseguono la raccolta firme e la campagna di sensibilizzazione del Comitato cittadini via Po con Legambiente e altre realtà ambientaliste

A Settimo continuano le proteste contro la cementificazione
Pubblicato:

Qualche giorno fa ambientalisti e residenti si sono dati appuntamento per un sopralluogo in via Po che fa seguito alla raccolta di 407 firme di cittadini settimesi e non solo. Mentre il 24 e il 27 settembre il Comitato di Legambiente è stato presente con i primi banchetti, sempre allo scopo di raccogliere altre firme per la salvaguardia dell’Ambiente cittadino. E si continua sabato 30 in occasione del mercato.

No a una nuova area Pep

Un nuovo comitato ambientalista tenta di fermare un’opera prevista dal Piano Regolatore. Sotto la lente del comitato di via Po, appoggiato in questa battaglia anche da Legambiente, dal parroco di Mezzi Po Don Paolo Mignani, dal Comitato Laudato Sì Settimo Torinese “Santa Maria”, dal comitato “No Torri Bordina” e dal segretario Spi-Cgil di Settimo Alfredo Passarino, ci sono ettari di terreno.

«Alcune delle aree edificabili del vecchio Prg - scrivono i promotori di questa petizione popolare - sono state riportate “a parco agricolo”, ma non tutte, e nonostante sia stato dichiarato il consumo di suolo zero, sembrerebbe che i 15 ettari, per realizzare opere che hanno permessi già avanzati, saranno ancora cementificati. I conti non tornano: zero significa zero e non 15, di conseguenza risulta difficile considerare questo nuovo Prg come variante non espansiva». «Tra questi 15 ettari - spiegano - potrebbe essere inserita l’area Pec motivo di questa petizione. Poco importa chi ha rilasciato i permessi già avanzati e chi no. Per la salvaguardia della natura, che, per conseguenza, è la salvaguardia della salute pubblica, poco importa chi ha fatto questo e chi non ha fatto quello. Non siamo in cerca di responsabili, ma di soluzioni».

Le obiezioni del Comitato

Soluzioni che cerca soprattutto il comitato spontaneo di via Po, rappresentato dalla residente Cinzia Carrirolo. E’ lei che, dopo la raccolta firme, ha presentato una serie di osservazioni alla scheda presente in variante. Numerosi i dubbi che vengono sollevati nelle deduzioni, «riguardo al progetto di nuova viabilità, legato alla realizzazione di nuovo impianto a destinazione residenziale, che ha l’obiettivo di chiudere l’anello della viabilità urbana in proseguimento di corso Piemonte».

Le criticità evidenziate dai firmatari sono numerose e sono in ordine ambientale («la realizzazione dell’intervento comporta un’elevata erosione di suolo e conseguente impermeabilizzazione dello stesso»), idrogeologico («gli interventi a ridosso dei rii e canali, ad oggi a cielo aperto e in futuro da interrare, causerebbero criticità ancora più accentuate ad una porzione di territorio già compromesso dalla presenza di canali e dagli effetti da essi generati in caso di maltempo»). E, ancora, in ordine alle emissioni in atmosfera («i nuovi flussi di traffico, anche di mezzi pesanti, potrebbero aumentare l’inquinamento locale delle aree limitrofe»); e non mancano nemmeno le osservazioni di carattere acustico, in relazione a elettomagnetismo e rifiuti, in termini economici e viabilistici.

«Questa è la zona della nostra gioventù - spiegano i firmatari presenti al sopralluogo di qualche giorno fa -. Siamo cresciuti in quest’area, giocando all’aria aperta nei campi e ancora oggi questa sembra essere un’area del tutto votata all’ambiente e al verde. C’è la ciclabile Ven-To e ogni giorno ci sono moltissime persone che vengono qui a correre, a fare un giro in bici, a portare i bambini a fare una passeggiata nel verde. Impossibile, per noi, pensare che tutto questo possa scomparire».

«Quello che vogliamo sottolineare - spiega ancora Cinzia Carrirolo - è che dall’inizio di questo progetto sono passati 18 anni, era il 2005. Da allora sono cambiate veramente moltissime cose, ambiente compreso, la cui qualità sta peggiorando di giorno in giorno: mi e ci sembra che sia venuto il momento di cambiare rotta. Su quest’area non ci sono progetti, bisogna avere solo il coraggio di intervenire. A parole si è bravi, ma sembra che non ci sia coraggio di fermare un’opera che secondo noi è inutile e dannosa per l’ambiente. Noi chiediamo che si fermi qualsiasi opera su quest’area e che questa zona possa restare verde così com’è oggi».

Legambiente

«Questa città ha già dato in materia di consumo di suolo - spiegano da Legambiente -. Ci raccontano che ci sono molti appartamenti invenduti a Settimo, che cosa si costruisce a fare? Quando ci è stato presentato il Piano regolatore e i dati ci dicono persino che Settimo è in calo demografico. Allora, veramente, che cosa si costruisce a fare?».

Sabato 24 e mercoledì 27 settembre si sono tenuti i primi banchetti raccolta firme per la salvaguardia dell’Ambiente cittadino. "Nella petizione - spiegano da Legambiente - si chiede di non realizzare opere inutili e ambientalmente dannose come la costruzione di nuove strade che non servono alla viabilità urbana, consumano suolo, compromettono la biodiversità del sottosuolo con l’asfaltatura del percorso, deturpano il paesaggio e fanno spendere solfi inutili alla collettività. Nella petizione si chiede inoltre di portare a terreno agricolo l’area che potrebbe essere attraversata dalla suddetta strada onde evitare future nuove costruzioni su suolo vergine consumandolo ulteriormente, e di adottare il concetto del costruire sul costruito per un effettivo consumo di suolo zero e per il contrasto al cambiamento climatico".

Si può firmare la petizione ai banchetti del Comitato (il prossimo sarà sabato 30 al mercato di via Castiglione) oppure on-line al seguente link. 

La risposta dell'amministrazione

Le proposte avanzate dai firmatari sono state «parzialmente accolte» dall’Amministrazione comunale, che ha elencato una serie di controdeduzioni. Tra queste: «L’ipotesi formulata dagli osservati, di dedurre la previsione stradale sostituendola con un nuovo tracciato a nord dell’abitato che converga sulla strada della Cascina Isola per poi proseguire parallelamente alla Ss11, non è sostenibile perché oltre all’allungamento del tragitto per arrivare alla connessione con la strada provinciale, vanificherebbe gli obiettivi primi enunciati».

Lo stesso vale per la questione economica relativa agli espropri, perché - spiegano da Palazzo - gran parte dell’area è di proprietà comunale. «Al tempo stesso - però -, si ritiene sostenibile la possibilità di ridurre la sezione stradale del tratto che dalla via Pasolini termina in prossimità della via Po dimensionato, nel progetto preliminare, a circa 14 metri. Si ritiene di uniformare tale tratto a quello successivo per ottenere una sezione uniforme di circa 10 metri. Ciò determina una riclassificazione del ruolo della strada che, conseguentemente, ridetermina una riduzione della fascia di rispetto a 10 metri».

Seguici sui nostri canali