Giornata mondiale della salute mentale: Settimo dà il suo contributo
L'assessore: "La nostra città è stata storicamente un'avanguardia in questo campo, penso all'inserimento di persone con disagio psichico nel tessuto sociale"
Giovedì 10 ottobre 2024 Settimo Torinese ha partecipato a un'iniziativa nazionale che ha visto il coinvolgimento di decine di città in tutta Italia.
Giornata mondiale della salute mentale
In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, molte “piazze” si sono collegate per una conferenza che puntava a fare il punto su questo delicato tema che soffre, in particolare nella nostra Regione, di una contrazione dei fondi che si traduce in minori servizi per le famiglie.
A rappresentare il Comune di Settimo c'erano l'assessore alla sanità Umberto Salvi e la sindaca Elena Piastra.
«I temi della salute mentale toccano migliaia di famiglie – ha detto Salvi – E stanno emergendo sempre di più, penso ad esempio alla fascia dei giovani. È dovere di tutti i livelli istituzionali tenere alta l'attenzione. Significa investire in servizi sanitari a ogni livello, ma anche sensibilizzare, promuovere consapevolezza e conoscenza del problema, per mettere le persone nelle condizioni di affrontarlo. La nostra città è stata storicamente un'avanguardia in questo campo, penso all'inserimento di persone con disagio psichico nel tessuto sociale, sin dalla fine degli anni '70, prima ancora della Legge Basaglia. Questa attenzione alla sperimentazione ha portato ad alcune eccellenze sul nostro territorio. Progetti e strutture di cui credo che tutti noi possiamo essere orgogliosi e che hanno permesso una vera integrazione di persone che qualche anno fa sarebbero finite in manicomio».
«Il lavoro fatto fin qui - ha poi detto Salvi - va portato avanti e valorizzato ulteriormente. Sono preoccupanti i dati che, fra le Regioni del Nord, indicano il Piemonte come fanalino di coda in termini di investimenti. Investiamo per la salute mentale 64 euro a persona, sei in meno della media nazionale, e abbiamo carenze di personali significativamente sotto la media. Questo si traduce in minori servizi, riduzioni di orari e quindi in disagi per famiglie già fragili. È essenziale che le istituzioni facciano rete, ma soprattutto che sia condivisa la consapevolezza della centralità di questi servizi».