Dipendenti ex Auchan, il Comune adesso chiede un tavolo con la Regione Piemonte
La proposta avanza durante l'ultima seduta prima di Natale
Dipendenti ex Auchan, il Comune adesso chiede un tavolo con la Regione Piemonte
Dipendenti ex Auchan
Nonostante il perdurare di una crisi economica che si trascina ormai da anni, questo 2020 è stato tristemente caratterizzato dalla pandemia che ha ulteriormente messo in ginocchio l’economia. Quelli che ci apprestiamo a vivere, almeno in teoria, dovrebbero essere i giorni della serenità da trascorrere intorno al focolaio familiare. E invece no. Perché il tema della crisi del lavoro torna in primo piano. Dopo la manifestazione che si è svolta lo scorso 23 novembre 2020 di fronte agli ingressi dell’ex Auchan, centro commerciale alle porte della città, il destino di questi lavoratori è tornato sotto i riflettori.
Che il 2020 non si concludesse in modo semplice era evidente a tutti, ma che ci fossero così tanti destini legati alle scelte delle aziende e delle multinazionali no, forse non se lo aspettava nessuno.
Tanto che l’appello dei lavoratori, uomini e donne che per anni hanno indossato una divisa e che si sono barcamenati tra casse, reparti e magazzini, è arrivata - ancora una volta - fino ai tavoli istituzionali.
A confermarlo è il Comune di Settimo, che per quanto l’ex Auchan di corso Romania insista sul territorio di Torino, comprende una serie di cittadini che lì dentro ci hanno passato una vita di lavoro e sacrifici.
A confermarlo è la stessa Amministrazione settimese che proprio in apertura dell’ultimo Consiglio comunale, attraverso la voce dell’assessore al lavoro Daniele Volpatto, ha comunicato lo stato dell’arte della situazione.
L’antefatto
Per capire di cosa si parla bisogna fare qualche passo indietro e quindi arrivare all’acquisizione dei punti vendita Auchan da parte dell’insegna Conad. Come è valso per Venaria, lo stesso oggi vale per quello alle porte di Settimo. Una società del gruppo Conad che, come spiega una nota del Comune di Settimo «Ha riassorbito la quasi totalità del personale. A fare eccezione è proprio il punto vendita di corso Romania: il Comune di Torino ha infatti concesso il frazionamento della superficie, di conseguenza il centro commerciale sarà ridotto e 106 persone su 260 sono a rischio». «Di questi - aggiunge la nota - una cinquantina hanno beneficiato di una buonuscita, i restanti 58 sono in cassa integrazione e al momento non hanno alcuna certezza di poter rientrare».
L’interessamento della Città di Settimo
Perché Settimo dovrebbe interessarsi della vicenda? Solo per vicinanza territoriale? No. Perché tra questi lavoratori ce ne sono alcuni che vivono proprio sul nostro territorio. «Cinque di loro sono settimesi» spiega l’assessore Daniele Volpatto che nei giorni scorsi li ha incontrati, insieme alla sindaca Elena Piastra. «L’obiettivo - aggiunge Volpatto - è arrivare al riassorbimento, se possibile, di tutti i 58 esuberi. Per questo, come prima cosa, prepareremo una lettera e chiederemo a tutti i sindaci dei Comuni in cui risiedono i lavoratori di sottoscriverla. La manderemo in Regione chiedendo di aprire un tavolo di crisi che aiuti queste persone a ricollocarsi. Ci sono vari interventi commerciali in partenza, sia a Torino e che a Settimo. Una possibile soluzione è collocare qui il personale in esubero. Di certo queste 58 famiglie non possono essere abbandonate a se stesse».
La comunicazione, diffusa prima in Consiglio comunale e poi sui social, ha trovato anche riscontro nelle forze politiche che compongono il parlamentino locale. L’obiettivo, adesso, è quello di poter condividere con tutte le forze politiche la «forza» di un intervento che possa sollecitare la Regione Piemonte a intervenire il prima possibile per tutelare le sorti di questi lavoratori. «Su questa vicenda purtroppo c'è stata scarsa attenzione, e siccome c'è in gioco il destino di decine di famiglie, è bene accendere un riflettore e fare in modo tutti, a partire dalla Regione, tutelino queste persone», ha concluso l’assessore al lavoro Daniele Volpatto.