Troppi tagli al personale e ai servizi con il bando accoglienza
Oltre 200 lavoratori protestano sotto la Prefettura di Torino a causa del nuovo bando di gara per l'affidamento dei servizi d'accoglienza per migranti e richiedenti asilo.
In più di 200 a protestare per i tagli al personale
Oltre 200 lavoratori hanno protestato mercoledì 19 febbraio sotto la Prefettura di Torino in seguito alla pubblicazione del nuovo bando di gara per l'affidamento dei servizi d'accoglienza per migranti e richiedenti asilo. Educatori, o.s.s., psicologi e personale amministrativo – circa la metà degli addetti nell'intera Città Metropolitana – contestano i tagli che si sono abbattuti sul settore per effetto dei “decreti Salvini”, che secondo le stime metterebbero a rischio tra il 60% e il 70% dei posti di lavoro. La base d'asta dei nuovi capitolati, infatti, è dimezzata rispetto alle precedenti e il rapporto tra operatori e migranti accolti passa da 1 ogni 10 a 1 ogni 50, incoraggiando il modello dei Cas. Visto che sui decreti intestati all'ex ministro dell'Interno si è aperta una breccia anche nel Governo, gli operatori chiedono di prorogare almeno di sei mesi i contratti già in essere, un tempo sufficiente ad ottenere l'abolizione delle disposizioni più penalizzanti o quantomeno una loro revisione.
La cooperativa Babel
Per ora, come rileva Martina Steinwurzel della cooperativa Babel, ci sono state solo aperture ufficiose dal ministro Lamorgese. La coop attiva nel torinese si occupa da anni dell'assistenza diffusa ai migranti, quella che finora ha dato i migliori frutti in termini di integrazione e socializzazione delle persone accolte. Gli operatori sono pronti a giurare che con le nuove regole saranno poche grandi imprese ad aggiudicarsi gli appalti, in particolare quelle attive nel settore alberghiero e che perciò possono contare su grandi strutture ricettive. Steinwurzel dichiara:
"Il servizio si riduce a vitto e alloggio. Vengono meno la formazione, l'orientamento, la mediazione linguistica, l'aiuto alla compilazione delle pratiche buroratiche: gli ospiti dei centri saranno costretti ad andare da soli nelle questure, negli uffici pubblici, dai medici di base, negli ospedali. Sparisce anche l'assistenza psicologica e psichiatrica, un dramma se consideriamo che queste persone di solito hanno un vissuto molto doloroso".
"Ci si potrà permettere solo i medicinali rimborsati dal servizio sanitario nazionale, il che esclude per esempio una banale tachipirina. Figuriamoci poi gli occhiali da vista: in questi anni ne abbiamo comprate decine di paia, molti dei nostri ospiti qui hanno fatto la prima visita oculistica della loro vita".
"Non c'è un'ottica di inclusione"
"Ora si agisce in un'ottica di sanitarizzazione, non di inclusione. L'obiettivo è tenere in vita le persone, fare in modo che non si suicidino, che non danneggino le strutture. Anche il volontariato sarà molto più difficile, perché non potremo più pagare le assicurazioni dei volontari, che magari si occupavano di scolarizzazione o di altri servizi importantissimi. In più ci è già giunta notizia di imprenditori provenienti da fuori pronti a partecipare alle gare".
"Negli ultimi anni l'Amministrazione ha collaborato bene con le coop, abbiamo redatto un protocollo operativo che coinvolge anche i servizi sociali territoriali . Sicuramente ci sarà un contraccolpo a livello territoriale, ma è un po' presto per fare delle valutazioni".
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