Un iter «chiuso», con «un approccio difensivo» e «senza un passaggio partecipativo». Non le manda a dire Manolo Maugeri, capogruppo della Lega, sulla variante parziale al Piano regolatore approvata la scorsa settimana in Consiglio comunale.
Maugeri critico sul piano regolatore
Per Maugeri, infatti, il documento urbanistico presentato dal Comune non è stato sufficientemente condiviso con il territorio. Un processo poco partecipato con le esigenze della cittadinanza che il capogruppo della Lega analizza partendo dal basso numero di osservazioni ricevute (venti) dopo la pubblicazione del progetto preliminare avvenuta lo scorso giugno. «Solo cinque osservazioni sono state accolte e questo dato, considerato il periodo estivo in cui c’era meno attenzione, evidenzia un limite nel metodo di lavoro adottato – afferma -. La variante parziale dovrebbe essere uno strumento di manutenzione del piano e di recepimento delle istanze che provengono dal territorio, invece abbiamo avuto un procedimento condotto più con un approccio difensivo, volto a confermare le scelte dell’Amministrazione piuttosto che a migliorare la coerenza complessiva del piano». Per Maugeri, infatti, c’è stato un «provvedimento gestito in modo chiuso, senza un passaggio partecipativo che andrebbe fatto oltre i trenta giorni di pubblicazione formale».
«Un iter chiuso e poco partecipativo»
E il capogruppo leghista non si risparmia neanche rispetto ad alcune modifiche introdotte nella variante, in particolare per quanto riguarda gli interventi in termini di viabilità. «Manca una cornice strategica – analizza -. Su corso Piemonte, ad esempio, si introduce la possibilità di attività commerciali limitate al commercio di vicinato, condizionate però alla partecipazione alla rotatoria tra corso Piemonte e via Don Gnocchi. Si ammette, quindi, un carico urbanistico aggiuntivo in un’area già congestionata e manca una valutazione preventiva sugli effetti viabilistici. Mi sembra un iter pianificatorio rovesciato, che non parte da un disegno di città ma da singole situazioni».
Alle critiche avanzate da Maugeri ha replicato il Partito Democratico. «Ricordo che durante l’adozione del preliminare, lei aveva dichiarato che le varianti parziali sono inutili e sono una perdita di tempo. Forse i cittadini hanno dato retta a quello che aveva osservato lei nel preliminare», replica il consigliere del Pd, Antonino Pultrone, rispetto al numero esiguo di osservazioni pervenute all’ente.
«Le varianti parziali difficilmente rispondono ad una logica di pianificazione complessiva della città», interviene la sindaca Elena Piastra, rivendicando anche la scelta di portare una variante parziale ad un anno e mezzo di distanza da quella generale. Perché – ribadisce Piastra – «dire che si può fare una variante parziale magari ogni dieci anni è politicamente sbagliato». «Ricordo che la grande dinamicità che la città dimostra – aggiunge la sindaca -, è figlia della grande flessibilità di portare varianti parziali». «Non ho mai detto che le varianti parziali siano inutili, ma devono avere senso, coerenza e visione complessiva – controbatte Maugeri -. Fare una variante ogni anno e mezza non vuol dire andare necessariamente nella direzione giusta».