il commento

Gli esponenti Dem raccontano la loro attività ma Augelli decide di non partecipare

Nell’opuscolo del gruppo manca il consigliere che non nasconde di sentirsi ancora divisivo

Gli esponenti Dem raccontano la loro attività ma Augelli decide di non partecipare

L’obiettivo era quello di «fotografare» il lavoro svolto dal gruppo consiliare del Partito Democratico di Settimo Torinese in questo secondo semestre di mandato. Nei fatti, però, il pamphlet del Pd che sta iniziando a circolare nelle chat di WhatsApp (e anche in quelle dei giornalisti) fotografa anche alcune «crepe» interne. O perlomeno visioni ed interpretazioni differenti sul ruolo del consigliere.

Nell’opuscolo del gruppo manca il consigliere che non nasconde di sentirsi ancora divisivo

Sfogliando l’opuscolo in cui ogni esponente Dem (assessori compresi) racconta la propria attività, all’appello c’è un nome che manca. È quello del consigliere Antonio Augelli. Di lui, tra le quattordici pagine del libricino, non c’è nessuna traccia. «Sì, questa volta, a differenza del primo pamphlet ho deciso di non scrivere nessun intervento ed è una scelta di carattere personale – conferma Augelli, interpellato da La Nuova Periferia -. Non è un segnale di contrarietà verso nessuno ma voglio prima studiare l’organo di governo e capire la macchina per dare la giusta competenza nel momento in cui la si richiede. È un passo indietro per mettere in chiaro delle idee che possano essere utili alla città più che al partito. Voglio sapere di che cosa parlo».

Gli esponenti Dem raccontano la loro attività ma Augelli decide di non partecipare

Dietro la sua scelta, dunque, non ci sarebbe nessun «segnale politico» eppure quel «passo indietro» apre ad alcuni legittimi interrogativi. Soprattutto se si considera che, escluso l’ordine del giorno presentato nell’ultimo Consiglio comunale, il ruolo di Augelli in aula – e nel partito – negli ultimi mesi è stato sempre più marginale. Un aspetto che si somma al fatto che il consigliere, fin dai tempi della campagna elettorale, nel Pd è stato considerato da tanti una figura «divisiva». «Sì, per qualcuno credo di esserlo ancora – ammette -. Alcune persone mi conoscono e sanno quello che faccio in città, altre pensano che il lavoro che porto avanti con la mia associazione non c’entri nulla con la politica. Io, invece, credo di fare la politica delle persone, di parlare a quelle persone che di politica magari ne capiscono meno. Preferisco continuare ad essere divisivo, ma fare le cose con cogni zione e competenza».
Per Augelli, dunque, l’obiettivo è «studiare» in modo da «parlare quando è il momento». E il consigliere è netto anche quando si tratta di definire il ruolo che in questo primo anno e mezzo si è ritagliato nel partito. «Al momento nessuno – ammette -. Ricordo che all’inizio del mandato si diceva che avrei “battuto” i pugni per ottenere qualche ruolo. Non l’ho mai fatto perché non ne sentivo la necessità. Forse, fino ad oggi, la mia figura all’interno del partito non ha ancora trovato una sua identità. Io adesso voglio sapere quello di cui stiamo parlando. Non sono quello che “balla” in piazza e prova a fare il politico ma sono quello che studia e che inizia a parlare solo quando è il momento».