lo studio

Borgo Nuovo sta cambiando pelle ma resta la cicatrice della ferrovia

Per gli antropologi la stazione è una barriera tra il quartiere e la cittàpo

Borgo Nuovo sta cambiando  pelle  ma resta la cicatrice della ferrovia

La stazione ferroviaria come elemento urbanistico che genera «un senso di separazione» e la percezione di vivere in uno spazio a se stante rispetto al resto della città di Settimo Torinese.

Borgo Nuovo sta cambiando pelle ma resta la cicatrice della ferrovia

È questo uno dei risultati più interessanti emerso dallo studio etno-comunicativo realizzata su Borgo Nuovo. Lo studio, che negli scorsi mesi le opposizioni avevano contestato per il costo complessivo dell’operazione (circa 6000 euro), nasce dalla necessità dell’Amministrazione di valutare l’impatto che stanno avendo i profondi interventi di trasformazione in corso a Borgo Nuovo. Tra la realizzazione del Civic Center, lo spostamento del comando della Polizia Municipale e il futuro abbattimento della scuola Martiri della Libertà, sono diversi i progetti che stanno ridisegnando il volto del quartiere. E che inevitabilmente avranno ricadute sui residenti.

Lo studio

La prima fase di restituzione della ricerca, condotta dagli antropologi Giuseppe Mazzarino, Glauco Barboglio e Paola Donatiello, è iniziata nelle scorse settimane in Commissione e proseguirà con un incontro pubblico, previsto entro fine mese.
Le interviste, incominciate lo scorso gennaio, hanno coinvolto un campione di circa una trentina di persone di età comprese tra i 19 e i 71 anni. Un numero congruo – specificano gli antropologi – per un’analisi che punta ad essere di tipo «qualitativa» e non «quantitativa».
Scendendo nel merito dei risultati dello studio, l’elemento ricorsivo emerso tra i residenti è proprio quello che riguarda la Ferrovia intesa come «barriera architettonica». «Crea una distanza sociale che si traduce nelle espressioni “vado a Settimo”, usate spesso nelle interviste – riportano gli antropologi -. Sembra un paradosso ma i dati fanno emergere un senso di separazione e di smarrimento». Una narrazione che alimenta quella percezione a lungo discussa rispetto al quartiere di «serie B». «Borgo Nuovo non si sente periferico – puntualizzano -, eppure percepisce un distacco dalla città».
Emblematica, a fronte degli investimenti dell’Amministrazione, l’assenza da parte degli intervistati di riferimenti agli interventi che sono in corso nel quartiere. I punti di riferimento di Borgo Nuovo rimangono la piazza del mercato di via Fantina, gli chalet e gli Oratori. «La percezione della separazione nelle fasce più giovani non c’è – spiegano gli antropologi -. E il modello di gestione degli Oratori è efficace e aiuta a costruire le relazioni». Un modello che, per gli antropologi, può essere applicato anche in altri contesti. «Adesso – aggiungono -, partendo da questi dati, è necessario confrontare la percezione di Borgo Nuovo con il resto della città e avviare dei tavoli di coprogettazione».
«Su alcuni elementi, come quello della Ferrovia, è interessante fare valutazioni da subito – commenta la sindaca Elena Piastra -. L’abbattimento della Martiri sarà un percorso difficile e dovrà essere accompagnato. Per come sono evoluti i cantieri in questi mesi, credo che adesso le risposte dei residenti sarebbero diverse. Ma in generale la percezione vera di Borgo Nuovo la sapremo tra 6 o 7 anni».