Tanti la vedono già a Roma, in uno degli scranni del Parlamento. Altri, invece, l’accostano sempre con più insistenza alla Presidenza della Regione Piemonte.
Dopo Settimo, nel futuro di Piastra potrebbe esserci (di nuovo) Settimo
Ad ascoltare gran parte dei rumors, la sindaca Elena Piastra ha già i bagagli in mano e deve solo decidere a quale fermata del treno (la Metro, ahinoi, ancora non c’è) scendere. Se a Torino Lingotto, a pochi passi dal Grattacielo della Regione, oppure se spingersi fino alla Capitale.
Eppure, ci sono anche delle voci più labili, raccolte dal nostro giornale, che non escludono un possibile colpo di scena. E una sua permanenza sotto la Torre, seppur senza fascia tricolore addosso. Il limite dei due mandati potrebbe infatti non necessariamente «spingere» Piastra lontana da Settimo e tra i due litiganti – Roma e il Piemonte – alla fine la sindaca potrebbe rimanere (su un’altra poltrona) in quella città che amministra da circa vent’anni (prima con Corgiat e poi con Puppo) e che ha sempre considerato la figlia «non di pancia, ma di cuore».
Gli scenari
Da un lato, gli attuali «movimenti» politici lasciano presagire un trasferimento certo di Piastra. Non a caso, la sindaca sta continuando a coltivare il terreno fuori i confini settimesi soprattutto con la vicepresidenza nazionale di Ali (Autonomie Locali Italiane). Parallelamente, incombe anche il «pericolo» delle elezioni anticipate in Piemonte che potrebbero trascinarla fuori Settimo già tra due anni. Tutte situazioni che vedono Piastra ad un bivio politico. Ma in una fase di costante cambiamento come quella attuale pare che la sindaca stia valutando proprio tutte le strade. Compresa l’ipotesi di una sua permanenza a Settimo anche alla prossima tornata elettorale. In questo scenario, la prima cittadina, seguendo le orme di Corgiat, potrebbe passare a capo di una delle società – o fondazioni – gestite dal Comune. Una tesi (o suggestione, lo dirà il tempo) che permetterebbe a Piastra di continuare a guidare dalle retrovie la città. Soprattutto se si considera che, almeno per ora, nessun papabile candidato pare avere il physique du role per prendere in mano la sua pesante eredità. Tra i papabili, in quota Pd, in pole position rimangono l’assessore Umberto Salvi e il presidente del Consiglio, Luca Rivoira. Ma negli ultimi mesi si rincorre con più insistenza anche il nome di Alessandro Raso, assessore di Settimo Futura. Ed è proprio su Raso che sono puntati i riflettori di una buona parte della politica locale. Braccio destro (e sinistro) di Piastra, per qualcuno sembra il successore naturale. Per altri, invece, è troppo «tecnico» e poco politico. Mentre per altri ancora di «tecnico» ci sarebbe solo il problema che non è del Pd. Ma per questo pare che qualche «trattativa» su un suo passaggio al partito sia già stato avviato. E dunque, il problema della tessera potrebbe non essere insormontabile.
Ma mentre ci si confronta sul nome del papabile candidato, l’ombra della sindaca pesa come una spada di Damocle su chiunque voglia provare a fare un passo avanti. Dal canto suo, pare che Piastra non sia propensa a fare il «sindaco ombra» di nessuno. Un concetto che avrebbe chiarito fin dall’inizio. Ma la voce del cuore, che «batte» da sempre per Settimo, potrebbe alla fine portarla a fare solo un passo di lato. Così, nel futuro di Piastra, dopo Settimo potrebbe esserci ancora Settimo.