Uomini contro donne non è solo la trama di un noto film ma riflette anche la sintesi dell’ultimo Consiglio comunale. Sullo sfondo, c’è la discussione del Documento unico di programmazione. Al centro della scena, però, il dibattito si infiamma soprattutto quando si parla di parità di genere. E in particolare delle quote rosa in politica.
Uomini contro donne in Consiglio
La premessa è l’analisi sul Dup del consigliere di Fratelli d’Italia, Francesco D’Ambrosio, assoluto protagonista della serata. «Io sono il consigliere più giovane, ma guardandomi intorno in questa sala non vedo mai ragazzi della mia età. Questo dovrebbe dirci qualcosa: i giovani non partecipano, non sentono questa istituzione come propria. Nel Dup leggo parole altisonanti, ma la realtà è un’altra: in questa città non c’è uno spazio vero per i giovani», afferma D’Ambrosio in prima battuta. Una posizione netta proprio come quella sull’uguaglianza di genere. «Si parla di bilanci di genere, di linguaggi, percorsi educativi. Tutto molto accademico e corretto ma tremendamente lontano dai problemi della città. Non si tratta di negare la necessità di combattere la battaglia di genere, che condividiamo – sottolinea -, ma di portarla avanti con strumenti concreti, come più fondi ai centri antiviolenza, supporto psicologico, formazione delle Forze dell’Ordine. Invece, c’è un elenco di campagne, laboratori che non cambiano la vita di chi subisce violenza».
La posizione di Gaiola
Un’analisi che stizzisce Chiara Gaiola, assessora alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità. «Al consigliere D’Ambrosio do l’unica risposta che merita dal mio punto di vista. Dato che dobbiamo essere concreti, facciamo un esempio. In Consiglio, non avete eletto una donna. Nella vostra lista c’erano solo 9 donne su 24 e la media d’età è over 50, con solo due under 30. Non ci sono donne, non ci sono giovani e voi venite a dire a noi che facciamo chiacchiere. Fa ridere ma non siamo qui per ridere», replica Gaiola.
I conti, però, a D’Ambrosio non tornano. E così parte un confronto dettagliato tra il numero di donne candidate alle scorse elezioni nelle varie liste presenti nel Parlamentino locale. «A meno che non abbia sbagliato a leggere, i Moderati ne hanno candidate 8 su 24, i 5 Stelle 10, Piastra Sindaca 10 e il Pd 10», elenca il consigliere di Fratelli d’Italia, che attribuisce il divario ad una questione strettamente «statistica». «In Italia, le donne sono tendenzialmente meno interessate alla politica degli uomini. Lo dice l’Istat – afferma -. Io sono assolutamente contrario alle quota rosa perché non credo che sia un incentivo per le donne essere facilitate nell’ingresso in politica. Piuttosto, incentivatele nell’interesse. Non sto dicendo che tutte le donne non siano interessate alla politica, ma la statistica dice che l’uomo è tendenzialmente più interessato ed informato».
Lo scontro
Un passaggio – quello di D’Ambrosio – che ha subito suscitato le reazioni (e qualche sorriso) tra i banchi della maggioranza. «Ridete quando vi mettono dei dati in mano?», domanda il consigliere, mentre cerca su Google, in diretta, lo studio pubblicato dall’Istat. «È del febbraio 2023. Questo è un dato che non è espresso da Fratelli d’Italia, ma da tutti i partiti. Assessora Gaiola, vedo che mette la mano davanti alla faccia. Vuole che glielo spiego di nuovo? Anche nelle vostre liste la metà dei candidati non era donna e anche i Consigli regionali riflettono questa tendenza. Non è una volontà di partito, ma una questione statistica. Noi di donne ne avevamo più dei Moderati», argomenta.
«Le donne sono interessate alla politica, ve la dico come notizia. Si interessano tutti i giorni alla vita pubblica ma a loro viene addossato problema della cura che toglie il tempo che potrebbero dedicare alla vita politica. Non si può ascoltare una cosa del genere, per favore no – replica Elena Ruzza, capogruppo del Partito Democratico -. Bisogna capire perché non possono farle. I numeri danno uno specchio ma poi bisogna capirli. C’è un autore che dice che “noi somigliamo alle parole che diciamo” e io spero davvero che il signor D’ambrosio non somigli alle parole che dice». «Mi fa emozionare il fatto che ogni volta che dico qualcosa in quest’aula venga presa e rigirata – ha ribattuto D’Ambrosio -. Non ho mai detto che le donne elette non siano valide, anche quelle che avremmo potuto eleggere noi lo erano. Così come lo è la donna che presidente del Consiglio (la premier Meloni)».