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Freedom Flotilla, volontari trasferiti in carcere: denunciate violenze e maltrattamenti

Tra le persone a bordo anche il medico settimese Francesco Prinetti

Freedom Flotilla, volontari trasferiti in carcere: denunciate violenze e maltrattamenti

Ore di forte apprensione per i partecipanti alla Freedom Flotilla, la missione umanitaria diretta verso Gaza, tra cui si trova anche il medico Francesco Prinetti, 28 anni, che fino a poche settimane fa aveva lavorato a Settimo Torinese.

Freedom Flotilla, volontari trasferiti in carcere

Secondo gli ultimi aggiornamenti diffusi dal coordinamento italiano della Freedom Flotilla e dagli avvocati dell’associazione Adalah, i 145 volontari sequestrati in acque internazionali dall’esercito israeliano nella notte tra il 7 e l’8 ottobre sono stati trasferiti nel carcere di Ketziot, nel deserto del Negev. Tra loro ci sarebbero anche i membri dell’equipaggio della nave Conscience, su cui viaggiava Prinetti insieme a medici, operatori sanitari e giornalisti provenienti da 30 Paesi.

QUI un video in cui Prinetti racconta gli intenti della missione

Segnalati violenze e maltrattamenti

Gli avvocati incaricati della difesa riferiscono di episodi di violenza e maltrattamenti durante e dopo l’assalto alle imbarcazioni, che si trovavano a circa 120 miglia da Gaza, quindi in acque internazionali. Secondo le testimonianze raccolte, diversi partecipanti sarebbero stati colpiti fisicamente, insultati e costretti a rimanere inginocchiati per ore sotto il sole, con le mani legate e la testa abbassata. Alcuni avrebbero inoltre subito coercizioni psicologiche e umiliazioni.

I momenti dopo l’intercettazione

Dopo l’intercettazione, le navi della Flotilla sono state trainate fino al porto di Ashdod, dove sono avvenute le procedure di identificazione e interrogatorio. Le udienze dei detenuti sono previste tra oggi, giovedì 9 ottobre, e i prossimi giorni. Alcuni parlamentari stranieri sarebbero già stati deportati, mentre gli avvocati di Adalah stanno seguendo le udienze presso i tribunali israeliani e continuano a chiedere l’accesso immediato ai detenuti.

Il Coordinamento Freedom Flotilla Italia ha ribadito la richiesta al Governo italiano di assumersi “piena responsabilità istituzionale verso cittadini che operano in una missione civile, pacifica e perfettamente legittima in base al diritto internazionale”, sollecitando un intervento urgente per tutelare i connazionali coinvolti.

Resta alta, quindi, l’attenzione anche a Settimo Torinese, dove in molti seguono con apprensione le notizie sul destino di Francesco Prinetti e degli altri membri della missione umanitaria, partita con l’obiettivo di portare farmaci e sostegno ai colleghi ospedalieri di Gaza.