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Gronda est, tra gallerie e viadotti ecco il tracciato previsto e le conseguenze ambientali

L’esigenza di dare una risposta ai problemi del traffico deve conciliarsi con le caratteristiche del territorio

Gronda est, tra gallerie e viadotti ecco il tracciato previsto e le conseguenze ambientali

ra passaggi in galleria e viadotti, l’ipotesi di tracciato per la Gronda est «toccherebbe» in maniera decisamente rilevante il territorio di Gassino.

Gronda est, tra gallerie e viadotti ecco il tracciato previsto e le conseguenze ambientali

Le slide che sono state illustrare la scorsa settimana da Meta, in Città Metropolitana mostrano un disegno dell’opera che tiene conto certamente delle osservazioni fatte dai primi cittadini del territorio per limitare «l’impatto» soprattutto dal punto di vista paesaggistico. Dall’altra parte, però, considerata la portata del progetto, impossibile non «mettere in conto» ripercussioni rilevanti in diverse parti del territorio per l’ambiente.

Esigenze viarie e ambiente

Come riuscire a conciliare l’esigenza di un progetto che vada a dare una risposta concreta al problema del traffico «pesante» che, dall’area delle autostrade nel chierese, tocca i centri abitati dei nostri Comuni, con l’esigenza di salvaguardare l’ambiente collinare che rappresenta un fiore all’occhiello per la nostra zona? Questa è la domanda principale che sta «alla base di tutto», senza dimenticare il grande impatto anche economico che un’opera come la gronda avrebbe. Ed è proprio su questi aspetti che da decenni prosegue la contrapposizione tra favorevoli e contrari.
Punti di vista differenti che anche oggi paiono essere assolutamente inconciliabili. Da una parte infatti c’è chi pone l’attenzione sull’esigenza di garantire un servizio adeguato agli automobilisti, sgravando il traffico principale dai centri abitati. Dall’altra, invece, si pone l’aspetto ambientale davanti a tutto, considerando proprio l’impatto che un’eventuale opera come la Gronda avrebbe sui paesaggi, da valorizzare anche in un’ottica turistica.

Quello che si può dire, oggi, è che il confronto politico, rispetto al passato, sembra essere molto più avanzato (si parla di strade ad una corsia per senso di marcia), anche se continuano ad esserci da più parti seri dubbi sulla reale concretizzazione del progetto sia per l’aspetto economico che per i tempi (c’è chi parla addirittura di 20 anni di lavori).
Entrando, comunque, nel merito dell’impatto che la gronda avrebbe sul territorio gassinese, partendo dall’attuale rotonda del ponte al confine con San Raffaele Cimena, si passerebbe sotto il canale con un tunnel, per poi riuscire in superficie all’altezza del rio Maggiore e proseguire su strada fino alla valle Baudana. Da qui è previsto un nuovo innesto in galleria, per arrivare a sbucare a Bussolino nella zona di villa Bria. Questo è uno dei «nodi» ancora molto critici che l’Amministrazione gassinese intende analizzare con attenzione perché proprio in questa zona sarebbe previsto un viadotto con discesa verso la Val Pallera. E’ prevista poi una strada che transiterebbe nella valle di Collina Serra e poi nuovo innesti in galleria fino a sbucare oltre il centro abitato del borgo di Bardassano, che non sarebbe toccato dall’opera, per poi dirigersi verso la zona del chierese.

Come detto, l’impatto delle nuove strade «a cielo aperto» e in superficie, sarebbe mitigato dal verde, che verrebbe certamente «potenziato».
Nel progetto è prevista la realizzazione, in sicurezza rispetto alle strade principali, anche di ciclabili, per consentire, in questo modo, un transito in sicurezza a chi utilizza la bicicletta.
Tanti dunque gli aspetti in ballo da considerare, resta da vedere se si riuscirà a trovare la proverbiale «quadra» o se invece si tratta anche questa volta del solito confronto che si ripete, a cadenze, da decenni.