Proseguono con tempi celeri i lavori della casa di comunità, prevista nel poliambulatorio di via Leinì a Settimo Torinese, che potrebbero concludersi prima della scadenza prevista per marzo 2026.
Previsti tempi rapidi per poter terminare la casa di Comunità
A comunicarlo è stato Alfio Baeli, responsabile dell’assistenza integrativa dell’Asl To4, durante una commissione informativa che si è svolta ieri pomeriggio, lunedì 14 luglio, in sala consiliare, alla presenza della sindaca Elena Piastra e dell’assessore Umberto Salvi. «Le case di comunità vogliono rappresentare il primo punto di contatto tra la sanità territoriale e l’utente. A Settimo attualmente l’ambulatorio sta creando spazi nuovi e si stanno ristrutturando gli ambienti che non erano più idonei – illustra Baeli –. I lavori stanno proseguendo con una tempistica accettabilissima e forse si riuscirà a consegnarli un po’ prima del previsto e dunque prima di marzo 2026. Ancora non è stato definito il contenuto specifico delle case di comunità ma sappiamo che ci saranno dei punti con specialisti, attrezzature che potranno rispondere a dei bisogni iniziali, come ecografie o raggi, per evitare l’accesso improprio delle persone ad altre strutture».
Il progetto, dunque, prevede di rendere l’ambulatorio sempre più accessibile e fruibile per l’utente, in modo da rendere più efficiente l’intero sistema della sanità territoriale. All’interno della casa di comunità saranno presenti sia i medici di medicina generale che quelli dell’ex guardia medica che verranno raggruppati all’interno delle Aft, ossia delle aggregazioni funzionali territoriali.
Ci saranno medici specialisti
«La casa di comunità sarà aperta e coloro che non hanno potuto scegliere un medico di base avranno la possibilità di avere dei riferimenti per rispondere ai propri bisogni sia nelle ore diurne che nelle ore notturne con i medici della continuità assistenziale – ha precisato Baeli –. Ci saranno degli specialisti presenti in modo costante sul territorio e credo che il nuovo modello operativo ci potrà dare delle risposte positive». Inoltre, all’interno della casa di comunità saranno presenti anche i Pua, punti unico di ascolto in cui, aggiunge Baeli, «potranno essere portati sia bisogni strettamente informativi ma anche di natura sociale».