In Piastra Sindaca (lista civica della coalizione guidata dalla sindaca Elena Piastra) le ultime mosse del capogruppo Natalino Pastore, assente durante la discussione di alcuni documenti presentati in Consiglio dalla maggioranza, hanno fatto riflettere fuori e dentro i corridoi di Palazzo Civico.
In Piastra Sindaca un assente per caso
Probabilmente è solo un caso. Inteso non come «caso politico» ma come semplice casualità. Nonostante le smentite del diretto interessato, negli ultimi mesi non è passata inosservata la scelta di Natalino Pastore prima di non votare l’ordine del giorno su Ventotene e poi la sua assenza in aula durante la discussione di alcuni documenti presentati dalla maggioranza, tra cui tampon box e riconoscimento dello stato di Palestina. E così, il capogruppo della civica Piastra Sindaca è finito al centro di alcuni rumors che serpeggiano dentro e fuori i corridoi di Palazzo Civico.
Pare, infatti, che ultimamente Pastore non sia sempre stato d’accordo con la linea tracciata dalla maggioranza e con le decisioni di discutere nel Parlamentino locale alcune tematiche di carattere nazionale. Disaccordi che, in parte, potrebbero essere giustificati se si considera che Piastra Sindaca raccoglie al suo interno anime provenienti da mondi diversi. Ne è una prova lampante il fatto che solo un anno fa sono confluiti nella lista gli esponenti dell’ex civica Settimo al Centro, siglando un matrimonio che ha unito anche visioni ed esperienze politiche differenti. In questo contesto, in qualità di capogruppo, a Pastore spetta la responsabilità di fare sintesi tra le idee di tutti gli esponenti della civica che, soprattutto su tematiche meno locali, non sempre condividerebbero la stessa posizione politica.
Gli episodi
D’altro canto, analizzando le ultime dinamiche consiliari, qualche interrogativo è legittimo. La prima «distanza» Pastore la prende quando la maggioranza presenta un ordine del giorno in difesa del manifesto di Ventotene. In quel caso, Piastra Sindaca non sottoscrive il documento, lasciando a ciascun componente della lista la libertà di voto.
Il secondo episodio, invece, risale a giovedì 26 giugno, giorno dell’ultimo Consiglio comunale. Dopo la pausa cena, intorno alle 21, i lavori del Parlamentino locale sono ripresi con la discussione di due ordini del giorno presentati dal Partito Democratico. Il primo per chiedere l’introduzione dei tampon box nelle scuole e il secondo per sostenere il riconoscimento dello stato di Palestina. Dietro le quinte del Consiglio, si vocifera che sul tampon box il capogruppo non avrebbe apprezzato la scelta del Pd di intestarsi una proposta che, solo qualche mese prima, era stata respinta a Fratelli d’Italia. Uno sgarbo alla minoranza che, per una questione di eleganza istituzionale, Pastore avrebbe confidato di non gradire. Sulla Palestina, invece, pare che non abbia nascosto qualche perplessità legata non all’oggetto della questione, e quindi al genocidio di Gaza – che condanna senza esitazioni –, ma alla scelta di discutere in Consiglio comunale di conflitti internazionali. Insomma, stando alle voci di corridoio, per qualcuno dietro la sua assenza in aula ci sarebbero non solo motivi personali ma anche la volontà di lanciare «un segnale politico».
La replica di Pastore
«Non c’è nessun caso. Nell’ultimo Consiglio, dopo la pausa mi sono assentato per motivi di salute e il presidente ne era informato». Così, Pastore ha smentito ai taccuini de La Nuova Periferia i «segnali politici» che si celerebbero dietro la sua assenza in aula.
Ma il capogruppo di Piastra Sindaca non nasconde alcuni punti di distanza con le altre forze di maggioranza. «Per il mio background, sono sempre stato chiaro sul fatto che ho sposato il progetto amministrativo mentre da tempo mi trovo più lontano dalla politica partitica. Per quanto riguarda il programma, non ci sono problemi e come lista lo difendiamo con convinzione – analizza –. Le problematiche, invece, potrebbero subentrare su temi nazionali in cui devo coinvolgere anche i componenti che non sono in Consiglio. Questo perché le civiche non hanno indirizzi partitici e danno voce a chi non è schierato. Da capogruppo devo ascoltare tutte le anime ed è quello che è successo su Ventotene. Qualcuno non era d’accordo e ho fatto sintesi. Questo potrà capitare anche in futuro».
Pastore, dunque, difende la propria linea. «Non mi tiro indietro e mi aspetto, come mi sembra ci sia, rispetto da parte di tutti», afferma il capogruppo, che guarda anche al futuro della lista. «Se ne parla e si sta cercando di costruire una prospettiva. Personalmente, devo ammettere con onestà che se sono in questa lista è perché c’è l’attuale sindaca. La mia garanzia è Elena Piastra e non mi sento di dire che tra quattro anni ci sarò a prescindere – conclude –. Dipende dal nome del futuro candidato».